Da Kryvyj Rih a Parigi, Stepan Bandera fa capolino nel mondo del calcio: un caso di sportwashing per il collaborazionista nazista?

Scelte controverse e dove trovarle. Una compagine militante nel massimo campionato ucraino – il Kryvbas, di Kryvyj Rih, città da mezzo milione di anime allocato nella parte centro-orientale del paese – ha pensato bene di dedicare una maglia a Stepan Bandera, collaborazionista nazista divenuto durante la guerra in Ucraina tutto d’un tratto un eroe nazionale e una brava persona.

Questo il post sulla pagina ufficiale del club, a spiegare il perché della scelta:

“Oggi, nel giorno del compleanno di Stepan Bandera, ricordiamo una delle più grandi figure della lotta per la libertà e l’indipendenza dell’Ucraina. Una lotta che è ancora in corso. Le sue idee e la sua resistenza sono diventate un simbolo del desiderio di un’Ucraina libera e sovrana. La lotta per la libertà non conosce confini né tempo, e la dignità della nazione è al di sopra di tutto. La sua eredità vive in ogni passo sulla via della vittoria, in ogni azione per la nostra indipendenza”.

Non è la prima volta che calcio e banderismo si incrociano, come testimoniato dalla storia di una compagine amatoriale francese formata da membri della disapora ucraina (che ci auguriamo possano tornare presto nel loro paese, dato che tanto lo amano).

Siamo a Parigi, nel XV arrondissement. Nel 2017 un imprenditore originario di Odessa, Igor Karumov, fonda un club formato per lo più da giocatori ucraini. Come ricordare il paese lasciato (da alcuni già prima della guerra)? Dando alla squadra in questione un nome quantomeno controverso: FC Bandera Paris. Nata come semplice squadra per un torneo locale, la squadra si è strutturata negli anni fino a contare tre formazioni spesso in campo, tra settimana e weekend.

Tuttavia, più che per i risultati sportivi, il club ha fatto notizia per il nome scelto, che evoca un personaggio ritenuto dai detrattori un collaborazionista nazista, mentre dai fan (spesso neo-nazisti, vuole il caso) un nazionalista e basta. Dal canto nostro, non parleremo di Bandera in questa sede: nel 2025 con il web a disposizione avete tutte le possibilità di fare le ricerche del caso e farvi da voi un’idea.

Non solo il nome: la squadra è tutta un tributo al discusso personaggio ucraino, morto nel 1959 a Monaco di Baviera. Il volto di Stepan Bandera campeggia sul logo ufficiale, mentre le divise richiamano i colori rossoneri dell’UPA (l’Esercito Insurrezionale Ucraino), ala armata dell’OUN (l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini, di cui Bandera era il leader).

Secondo Karumov, si tratta di una risposta alla propaganda russa che dipinge Bandera come figura nazista e antisemita – ma, di nuovo, vi invitiamo a fare le vostre ricerche e vedere da voi se si tratta di propaganda e cosa hanno fatto Bandera e i suoi seguaci (basta andare in tal senso su Wikipedia, non certamente una fonte bolscevica).

Al netto dei tributi calcistici in patria e all’estero, in Ucraina il culto di Bandera è sempre più diffuso (complice il conflitto iniziato nel febbraio del 2022): strade e statue portano il suo nome, i libri di scuola gli dedicano tributi di vario tipo (come d’altra parte creare un mito fondante della nazione?) e, a ridosso dell’inizio di questo conflitto che continua a mietere vittime senza alcun senso (ché la guerra non è bella anche se fa male), le bombe carta (altresì note come Molotov dal ministro degli esteri sovietico ai tempi della seconda guerra mondiale) furono ribattezzate “Bandera smoothie”.

Di admin

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