L’altoatesino Jannik Sinner (niente di più lontano dall’italiano come immaginato all’estero) sta scrivendo la storia dello sport con la racchetta in terra tricolore: pur avendo nemmeno 24 anni, è già probabilmente il miglior tennista della storia del Bel Paese, avendo conquistato il 10 giugno 2024  la 1ª posizione del ranking ATP in singolare (nessun connazionale c’era riuscito prima di lui).

Sin qui ha conquistato 19 titoli del circuito maggiore (tre prove del Grande Slam, quattro tornei Masters 1000 e un ATP Finals) ed ha aiutato la nazionale italiana a vincere due Coppa Davis consecutive, nel 2023 e nel 2024 (dopo che non si vinceva dal 1976, prima e unica affermazione italiana nel torneo).

Un vero alieno del tennis per l’Italia, che nel corso della storia ha avuto alcuni campioni ma mai nessun fuoriclasse di questo livello.

Ebbene, l’impatto di Sinner è così forte che pare anche il primato del giuoco del pallone possa essere messo in pericolo: alcuni articoli qui e lì lo hanno confermato e secondo una ricerca di Letuelezioni rilanciata anche dal sito della Rai, la richiesta di lezioni private di tennis nel 20024 ha registrato un aumento record, con una crescita del 149% rispetto al 2023.

Il 2024 è stato per Sinner un anno importantissimo, con 9 trofei vinti, e gli italiani sembrano essersi appassionati a questo sport, tanto da voler imparare a giocarlo – e, nel caso dei giovanissimi, perché non per emulare l’altoatesino?

Ma il tennis riuscirà mai a mettere in crisi il dominio del calcio in terra tricolore?

In tal senso, sono interessanti le parole di qualche tempo fa di Rino Tommasi, giornalista veterano scomparso ad inizio 2025.

Secondo Tommasi, da sempre appassionato ed esperto di sport terzi (che non fossero il calcio), nemmeno gli ipotetici (perché allora si parlava di ipotesi) trionfi di un italiano potrebbero mettere in pericolo il dominio del calcio nell’interesse degli italiani.

Chissà che Sinner non sia capace di ribaltare lo status quo, a vantaggio di uno sport normalmente considerato troppo elitario (e questo, forse, è l’altro grande limite del tennis – oltre al fatto che non si tratta di uno sport di squadra).

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