aldo agroppi

Sono molti gli allenatori che hanno deciso da moltissimi anni di non prendere in mano nessuna squadra. Tra questi c’è Aldo Agroppi, originario di Piombino, legatissimo ai colori granata e fervente “antijuventino”, come ha tenuto a dichiarare più volte lui stesso.

Agroppi ha avuto anche una buona carriera da calciatore, indossando le maglie di Genoa, Ternana, Torino, Perugia e Potenza negli anni ’60 e ’70 e collezionando anche 5 presenze in Nazionale. Da allenatore, ha condotto in Serie B squadre come Pescara, Pisa, Perugia e Padova, mentre in Serie A si è seduto sulla panchina del Como, dell’Ascoli e della Fiorentina.

Proprio quella viola è stata la sua ultima esperienza da allenatore, nel lontano 1992-1993, anno che si concluderà con una mesta retrocessione per la Fiorentina. Agroppi subentrò con la squadra al sesto posto, ma i nove pareggi e le otto sconfitte nelle successive 20 gare fecero precipitare i viola nei bassifondi: il coach di Piombino venne esonerato a poche giornate dal termine.

Ma cosa fa oggi Aldo Agroppi? L’ex Fiorentina e Torino, oggi 77enne, è diventato opinionista sportivo per programmi nazionali e locali, collaborando anche con il sito Calciomercato.it. Nel 2011 ha avuto un infarto dopo una discussione piuttosto accesa in diretta radiofonica con Alfredo Pedullà: ricoverato in ospedale, Agroppi è stato sottoposto a un intervento di angioplastica nel reparto di emodinamica dell’ospedale di Livorno.

Oggi sta bene e di tanto in tanto si racconta in qualche intervista, soffermandosi sul calcio di oggi che non gradisce particolarmente. Di recente ha parlato anche di come il calcio lo abbia portato ad avere problemi di natura psicologica: “Ho lasciato il calcio perché ormai ero vittima di uno stato depressivo che mi ha stravolto la vita – racconta Agroppi – E il calcio stesso è stata la causa della mia depressione. Sei sempre al centro della critica e della polemica. I calciatori vivono in un mondo dorato e se ne fregano dei problemi che un allenatore vive nel corso della settimana. Molti di questi sono delle mezze tacche che si credono arrivati, perché guadagnano 2-3 milioni all’anno”.

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