A quasi un anno di distanza dal litigio che lo ha portato via dall’Italia e dall’Atalanta, il Papu Gomez rivela la sua versione dei fatti.

Fino a novembre 2020, Alejandro Papu Gomez era l’uomo copertina dell’Atalanta delle meraviglie costruita da Giampiero Gasperini. Improvvisamente, però, il calciatore argentino ha cominciato a fare panchina e entrare a partita in corso o addirittura non entrare in campo. Si è capito immediatamente che la scelta non era tecnica, ma legata a qualche problema di spogliatoio, ma fino ad ora né il calciatore né l’allenatore avevano voluto approfondire ciò che aveva portato alla lite nello spogliatoio e successivamente all’addio del Papu al calcio italiano.

Il calciatore aveva detto negli scorsi mesi che prima o poi avrebbe raccontato la sua verità e così è stato qualche giorno fa in un’intervista concessa a ‘La Nation’. Tutto è cominciato da un battibecco in campo: “Ho sbagliato qualcosa presumo, perché in una partita di Champions League contro il Midtjylland ho disobbedito a un’indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e l’allenatore mi ha chiesto di spostarmi a destra, mentre io stavo facendo molto bene a sinistra. Ho detto di no”.

Già in quel momento il Papu aveva capito che l’allenatore lo avrebbe sostituito, ma non immaginava quello che sarebbe successo dopo: “Immagino che l’aver risposto così, a metà gara e davanti alle telecamere, abbia creato la situazione perfetta perché si arrabbiasse. In quel momento ho capito che sarei stato sostituito all’intervallo e così è stato. Negli spogliatoi però lui ha oltrepassato i limiti e ha cercato di aggredirmi fisicamente“.

Proprio quel comportamento ha portato Gomez alla frattura con l’allenatore: “Lì ho detto basta, si può discutere ok, ma l’aggressione fisica è intollerabile. Ho chiesto un incontro con il presidente Percassi e gli ho detto che non avrei avuto problemi ad andare avanti. Ho capito di aver sbagliato, che da capitano non mi ero comportato bene e che ero stato un cattivo esempio disobbedendo all’allenatore, ma gli ho anche detto che volevo le scuse di Gasperini”.

Insomma tutto sarebbe stato appianato in caso di scuse da parte del tecnico, ma a quanto pare queste non sono mai arrivate: “È stato brutto, dopo tutto quello che ho dato per il club. Si sono comportati male. Il presidente non ha avuto le palle di chiedere all’allenatore di scusarsi con me. Così è finito tutto”.

Di scapa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *