Mancano 13 giorn all’inzio del Mondiale invernale in Qatar e c’è chi continua ad esprimere il proprio dissenso per questa atipica competizione iridata (con il termine atipico, usiamo di proposito un eufemismo).
Tra le voci critiche, c’è sicuramente l’allenatore del Liverpool Jürgen Klopp che – in conferenza stampa – ha espresso tutta la propria contrarietà nei confronti della competizione.
E non ha risparmiato critche verso la stampa, colpevole di non essersi espressa contro questa organiizzazione:
“Bisogna guardare le cose dal punto di vista dello sport e dal punto di vista calcistico. La colpa è nostra: non va bene per i giocatori, ed è una cosa che va detta perché 12 anni fa, quando decisero che il Mondiale sarebbe stato organizzato in Qatar, nessuno ha fatto niente. La stampa non ha scritto alcun articolo per denunciare la criticità della scelta, ma le circostanze erano già chiare dodici anni fa. E ora, non possiamo nemmeno fare cambiamenti”.
E, dopo una captatio benevolentiae nei confronti del Paese e degli abitanti qatarioti, Klopp non ha risparmiato critiche in merito alla costruzione degli stadi (che, secondo un articolo del Guardian del 2021, ha portato alla morte di oltre 6500 operai):
“Attenzione, in Qatar ci sono persone meravigliose, e il paese non è affatto male ma il modo in cui sono andate le cose non è giusto. E tutti – chi più, chi meno – abbiamo lasciato che accadesse. Costruire gli stadi in estate, con 50 gradi è un qualcosa che non va bene per gli esseri umani. Anzi, è una cosa impossibile. Ci sono state molte vittime, ma nessuno ci ha pensato. Nessuno – pur sapendo – ha parlato dei rischi a quali si stava andando incontro in quel momento”.