Enzo Zidane prometteva di diventare un protagonista del calcio internazionale, che fine ha fatto il primogenito dell’ex fuoriclasse di Juventus e Real Madrid?

Zinedine Zidane è stato uno dei calciatori più forti degli ultimi trent’anni, un trequartista dotato di una classe innata, di una tecnica sopraffina e di una visione di gioco fuori dal comune. Chi ha avuto la possibilità di ammirarlo se n’è innamorato, sia che fosse uno dei beniamini della sua squadra, sia che fosse il più forte degli avversari. Giunto a Torino nella fase di massimo splendore della sua carriera, il trequartista francese ha regalato ai tifosi bianconeri e agli appassionati di calcio italiani lampi di grande classe, per poi finire la sua grandissima carriera con la maglia del Real Madrid.

In Italia ce lo ricordiamo bene, sia per come ha giocato nel nostro campionato, sia per le volte che ci è capitato di incontrarlo come avversario con la maglia della Francia. Nel 2006, a 34 anni, ha letteralmente dominato il mondiale tedesco ed anche nella finale contro l’Italia è stato l’avversario che ci ha messo in maggiore difficoltà. Una prova maiuscola che è stata macchiata dalla testata rifilata a Marco Materazzi, gesto che ha cancellato nella memoria collettiva la grande partita giocata fino a quel momento.

Ripercorrere la carriera di Zidane sarebbe impossibile per chiunque e a maggior ragione per un figlio che quel cognome lo deve portare sulla maglia. Come capita a molti figli d’arte, il suo primogenito Enzo Zidane è stato accompagnato da grandi aspettative, specialmente quando nel 2011 Mourinho portò il 16enne in prima squadra per farlo allenare con i grandi. Di lui si dicevano meraviglie, che avesse doti tecniche meravigliose e si pronosticava un futuro luminoso se non con la maglia del Real almeno tra i professionisti.

L’esordio tra i professionisti è giunto solo 4 anni più tardi, nella partita tra il Real Madrid Castilla e la Coquence. Nel 2016 Enzo Zidane è stato promosso in prima squadra, ma non ha mai giocato una partita. L’anno dopo è stato girato in prestito all’Alaves, dove però ha giocato solo due partite senza lasciare il segno. Negli anni successivi è cominciato un lungo peregrinare tra squadre di seconda e terza categoria che lo ha condotto a giocare quest’anno per il Fuenlabranda, squadra della terza categoria spagnola.

Il peso delle aspettative nei suoi confronti è stato schiacciante per l’erede di Zizou, tanto che nel corso degli anni ha preferito cambiare il nome sulla maglia con Fernandez, quello della madre, per evitare che tutti lo riconducessero all’illustre padre. Probabilmente, però, l’eccesso di aspettative era più legato all’eredità paterna che alle effettive qualità del giovane. In ogni caso è noto come per riuscire nel calcio non basti il talento, ma ci vuole grande forza di volontà, abnegazione e carattere, caratteristiche senza le quali è impossibile emergere in uno sport così giocato e competitivo.

Di scapa

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