Romelu Lukaku lo scorso anno è tornato, per l’ennesima volta, al Chelsea e per l’ennesima volta ha fallito nel fare sua una squadra che pare non essere nelle sue corde. Adesso un altro ritorno, a Milano, andrà diversamente? E com’è andata agli altri campioni che sono tornati all’ovile?

Nella storia personale di Romelu Lukaku i ritorni non sono esattamente positivi. Comprato dal Chelsea spendaccione di Abramovich quando aveva appena 18 anni nell’estate del 2011. La società londinese ha visto in lui un grandissimo talento e sa che se riuscirà ad esprimere tutto il suo potenziale sarà un futuro crack. Alla prima stagione ai Blues, però, colleziona solo 8 presenze e nessuna rete. L’anno successivo viene prestato al West Bromwich Albion e l’attaccante belga conferma quanto di buono fatto vedere agli esordi nell’Anderlecht (17 gol in 35 presenze). Tornato a Londra, fa in tempo a giocare solo due partite prima di essere nuovamente ceduto in prestito, questa volta all’Everton.

Nella seconda squadra di Liverpool sboccia completamente, l’anno successivo l’Everton lo riscatta e Lukaku diventa uno degli attaccanti più letali della Premier League. La migliore stagione, quella che sembra sancirne la definitiva esplosione, è la 2016/2017, anno in cui segna 25 reti in una sola stagione. Lo acquista il Manchester, alla ricerca di nuovi talenti per aprire un ciclo di vittorie che si è fermato dopo l’addio di Cristiano Ronaldo. Allo United gioca bene ma non benissimo e a Manchester lo etichettano come giocatore non decisivo. Seguirà il biennio all’Inter, la vittoria dello scudetto (il secondo della sua carriera dopo quello vinto da baby fenomeno con l’Anderlecht) e il passaggio nuovamente fallimentare al Chelsea.

Adesso il ritorno all’Inter, squadra in cui ha giocato il miglior calcio della sua vita e la possibilità di riprendere da dove aveva lasciato. I nerazzurri non hanno una lunga storia di cavalli di ritorno, l’unico in epoca recente è quello di Ivan Perisic, giocatore in grado di dare un grandissimo contributo lo scorso anno, dopo essere stato inconsistente quello immediatamente successivo al ritorno dal Bayern Monaco. Decisamente più ricca la pagina dei ritorni dall’altro lato calcistico della città. I rossoneri hanno una statistica tendenzialmente negativa per quanto riguarda i cavalli di ritorno, basti pensare a quello di Marco Simone, a quello di Shevchenko o a quello di Kakà (sicuramente più positivo dei primi due, ma non esaltante), ma di recente proprio un ritorno ha portato ad un cambiamento di trend: quello di Zlatan Ibrahimovic.

Al di là della mera statistica, affinché un’operazione di questo genere abbia successo si devono verificare determinate condizioni. Di sicuro il campione che torna dev’essere rimesso al centro del progetto come la prima volta, quindi deve trovarsi in un ambiente ed in uno spogliatoio che lo accoglie ed è pronto a sostenerlo, infine deve trovare un allenatore in grado di farlo rendere. Elementi che sembra ci siano tutti in questa stagione, motivo per cui non c’è ragione di dubitare che Lukaku possa tornare ad essere quel giocatore devastante ammirato nelle prime due stagioni italiane.

Di scapa

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