Nell’anno dello scudetto più improbabile del Milan, Andrès Guglielminpietro è stato uno dei protagonisti assoluti della rimonta rossonera ai danni della Lazio.

Arrivato in Italia nell’estate del 1998 per 10 miliardi delle vecchie lire, Andrès Guglielminpietro aveva alle spalle 4 anni da titolare nel Gimnasia La Plata. Nella squadra argentina aveva il ruolo di esterno offensivo ed in patria aveva messo in mostra ottime capacità tecniche, un buon dribbling e discrete capacità di rifinitura. Nella stagione 1997-1998, inoltre, aveva dimostrato un’importante crescita anche nella fase realizzativa, mettendo a segno 14 reti in 38 partite. Insomma sembrava un calciatore in rampa di lancio e il Milan decise di puntare sul suo talento in un anno in cui si stava ancora cercando di ricostruire un gruppo vincente.

La stagione 1998-1999 doveva essere di transizione, quella in cui Zaccheroni prendeva in mano una squadra a fine ciclo per cominciarne uno nuovo all’insegna del gioco offensivo che tanto piaceva al patron rossonero. L’allenatore aveva voluto portare con sé Oliver Bierhoff e Thomas Helveg da Udine e la società aveva acquistato in estate anche i giovani Massimo Ambrosini e Luigi Sala per ringiovanire la rosa, per il ruolo di portiere era stato acquistato il nazionale tedesco Jens Lhemann.

L’inizio stagione è stato complicato, con Lhemann che ha tradito immediatamente le aspettative e spinto Zaccheroni a puntare sul veterano Sebastiano Rossi. Il Milan viaggia in maniera altalenante ma a gennaio arriva la svolta. Rossi viene squalificato per cinque giornate e il suo posto viene preso dal giovane Christian Abbiati, portiere delle giovanili che si dimostra subito fenomenale e che conquista il posto da titolare. A gennaio viene dato spazio finalmente anche Guglielminpietro e l’argentino si fa trovare pronto segnando il suo primo gol in serie A contro il Perugia. La giornata successiva fornisce un assist decisivo per Bierhoff e Zaccheroni comincia a ritenerlo necessario per la fase offensiva della sua squadra.

Nelle successive partite le parate di abbiati, le giocate di Boban, Guly e Leonardo e i gol di Bierhoff, Ganz e Maniero (arrivati anche loro a gennaio) sono decisivi per permettere al Milan di recuperare 7 punti in 7 giornate alla Lazio capolista. Guglielminpietro diventa l’idolo della tifoseria e l’eroe dello scudetto di Zaccheroni quando all’ultima di campionato segna il gol decisivo che consegna nelle mani dei rossoneri uno scudetto ad inizio stagione insperato ed uno dei più sorprendenti della storia recente, visto il vantaggio in classifica della Lazio a soli sette turni dalla fine e la superiorità tecnica dei biancocelesti.

Che fine ha fatto Guglielminpietro

Dopo quell’annata magica, la stella di Guly si è spenta e nel Milan degli anni successivi ha trovato sempre meno posto. Nell’estate del 2001 l’argentino è stato inserito in una trade con l’Inter che ha portato Andrea Pirlo e Clarence Seedorf ai rossoneri e che ha contribuito all’inizio dell’ultimo ciclo vincente del Milan. All’Inter l’argentino non ha mai brillato e dopo un passaggio al Bologna è tornato a giocare in patria, prima al Boca ed infine al Gimnasia, con cui ha concluso la sua carriera da calciatore.

Una volta ritirato Andrès ha studiato per diventare allenatore, facendo il vice allenatore all’Estudiantes, al River Plate, al Quilmes e al San Lorenzo. Nel 2014 ha fatto il suo debutto in panchina come primo allenatore al Dougla Haig, squadra di Serie B. Dopo alcune esperienze al Nueva Chicago, al Cordoba Central e nuovamente al Douglas Haig, Guly ha deciso che la carriera da allenatore non faceva per lui e dal 2018 è diventato un procuratore. In questi anni ha anche aperto una catena di negozi di abbigliamento.

Di scapa

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