Il ritorno di Gianluigi Buffon in quella Parma che l’aveva lanciato quando aveva solo 17 anni era stato accolto con un certo entusiasmo dalla maggior parte della tifoseria (anche se una parte non aveva gradito).
La società ducale aveva deciso di celebrare l’ingaggio del campione del mondo del 2006 con un video dove Buffon compariva vestito da Superman, il soprannome che venne dedicato proprio al famosissimo numero uno durante i suoi anni al Parma.
Il filmato, che dura una quarantina di secondi, ha ottenuto un grande riscontro ed è diventato rapidamente virale sul web. Tuttavia, proprio per questo motivo il Parma e Buffon sono andati incontro ad una denuncia da parte della Warner Bros Entertainment.
La casa di produzione e distribuzione cinematografica e televisiva statunitense ha infatti fatto presente come nel video fosse stato utilizzato il simbolo che contraddistingue da sempre il celebre supereroe, di cui la Warner Bros detiene i titoli di proprietà intellettuale. Il Parma, che aveva utilizzato il logo senza l’autorizzazione, non ha potuto fare altro che trovare una mediazione, versando al gigante USA la cifra di 15.000 euro per chiudere la questione.
Una vicenda che ricorda molto quanto accaduto ad un altro grande portiere italiano, Giuseppe “Pino” Taglialatela, che è finito in causa con la DC Comics per aver utilizzato senza autorizzazione il logo di Batman (il soprannome dell’ex numero uno napoletano, ndr).
“Mi hanno chiesto di rimuovere il marchio, che poi comunque non è quello di Batman ma Pino Bat – ha spiegato lo scorso anno Taglialatela in un’intervista – Volevamo registrarlo ma la cosa ha dato fastidio e si è scatenato l’inferno, con il vero Batman fuori la porta”.