Nato il 23 febbraio del 2006 a Toronto, in Canada, Enes Sali nel luglio del 2017 s’è trovato nella cantera del Barça e nel 2018 in Romania, nell’accademia del mostro sacro Gheorghe Hagi: le stringenti norme della Fifa sul tesseramento dei minori hanno fatto sì che la spuntasse il club del Maradona dei Carpazi, per la gioia del padre di Enes – Engi – che in zona era nato.

E così la famiglia Sali s’è trovata d’un tratto in Romania, sebbene non pianificasse alcun rientro nella terra d’origine.

Che abbia un talento importante, lo testimonia l’interesse mostrato a suo tempo dagli emissari del Barça, che lo avevano individuato nelle giovanili dei ​Woodbridge Strikers.

Ma il passaggio per La Masia è stato, di fatto, una breve parentesi nella sin qui folgorante carriera del giovanissimo Enes: già numero 10 della Romania Under 17, ieri è entrato nella storia diventando il giocatore più giovane a disputare una gara ufficiale con la Romania a soli 15 anni e 264 giorni, entrando nella finale della gara contro il Liechtenstein.

Ma quando sei così giovane e hai talento, i record li macini.

E così il brevilineo trequartista (che volendo, data l’età potrebbe ancora crescere: per adesso misura 168 centimetri) ha dapprima ottenuto il record del più giovane esordiente del campionato rumeno (ad agosto contro il Sepsi), battendo il record del figlio di Hagi, Ianis, in campo a 16 anni nel 2014 (prima di transitare per la Fiorentina).

E in 10 spezzoni di gara, è riuscito anche a realizzare una (splendida) rete al Cliceni.

Adesso è solo tempo di crescere, provando a non farsi bruciare dai tanti che saliranno sul suo carro (​come Razvan Burleanu, presidente della federcalcio rumena, che ha deciso di usarlo come mezzo propagandistico nel suo tentativo di vincere le prossime elezioni: sarebbe suo il merito di avergli fatto scegliere la nazionale rumena).

Come dichiarato da Cristian Bivolaru, general manager del Farul Constanta dove milita attualmente, a Digi Sport: “È chiaramente un momento importante per il giocatore, e far parte della Nazionale senior lo aiuterà molto. Posso solo augurargli buona fortuna, è sulla buona strada. Ciò dimostra quanto lungo ci abbia visto Hagi, proprio come ha fatto con altri giocatori”.

La speranza, per lui, è che non sia come altri, ma un unicum.

Di admin

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