Gigio Donnarumma non ha ancora una squadra dopo il rocambolesco addio al Milan: che senso ha avuto la scelta del portiere di abbandonare una squadra in cui era al centro del progetto?

La fine del rapporto tra Gigio Donnarumma ed il Milan è la notizia di mercato di cui si è parlato per tutta la settimana. I rossoneri hanno proposto al portiere un rinnovo contrattuale a 8 milioni di euro l’anno (7+1 di bonus) già mesi addietro, ma il procuratore Mino Raiola ne ha chiesti 12 l’anno più commissione, tuonando che non si sarebbe seduto a parlare con i rossoneri se la proposta non sarebbe arrivata almeno a 10 milioni l’anno. A tale richiesta ha risposto pubblicamente Paolo Maldini, spiegando alla stampa che l’offerta massima era già stata presentata e che non ce ne sarebbe stata un’altra. E’ iniziato un braccio di ferro tra la società ed il procuratore che ha portato alla decisione di acquistare Maignan dal Lille e scaricare di fatto Donnarumma ed il suo procuratore.

Si pensava a quel punto che il portiere avesse già un’offerta da qualche squadra e che la Juventus fosse la prima indiziata. Pare infatti che il club di Torino gli avesse offerto 10 milioni di euro l’anno. Se così fosse stato avremmo già avuto l’annuncio da parte della società o del giocatore, ma pare che l’accordo con la Juventus non ci fosse e che adesso il club torinese abbia dei dubbi sull’acquisto. Il motivo di questo dietrofront sarebbe legato al cambio di allenatore, visto che Allegri ritiene Scsezny un ottimo giocatore e non ritiene indispensabile l’arrivo di Gigio a quel costo. Proprio il parere di Allegri avrebbe frenato la trattativa e sembra che Mino Raiola oggi abbia inviato una mail ai collaboratori per informare la Juve che l’affare può chiudersi anche a 6 milioni di euro a stagione, ovvero quanto Gigio prendeva finora al Milan.

Non sappiamo se questa voce sia veritiera, ma se così fosse ci chiediamo il perché allora Donnarumma non abbia accettato l’aumento di 2 milioni di euro a stagione offerto dal Milan. A Milano Donnarumma era considerato il centro del progetto, era lui il capitato e nell’ambiente era amato sia dal club che dalla squadra e dai tifosi. L’approdo in Champions permetterà di accelerare il progetto di crescita della squadra con un ulteriore miglioramento della rosa e la possibilità di lottare il prossimo anno per lo scudetto. Insomma la società aveva mantenuto le promesse, costruendo attorno a Gigio una squadra in grado di lottare per la vittoria, permettendogli anche di mettersi in mostra nel palcoscenico più importante di tutti: la Champions appunto.

Davvero l’unico motivo di questo insensato braccio di ferro è stato il desiderio di guadagnare 10-12 milioni di euro a stagione? Andare alla Juventus, in una fase di transizione che comporterà possibilmente qualche altro passo falso nei prossimi anni non può considerarsi un miglioramento professionale e diventa anche un passo indietro dal punto di vista economico se alla fine si accorderà per 6 milioni di euro. Possibile dunque che Gigio volesse davvero rimanere a Milano e che l’idea di pressare per un ulteriore aumento sia stata del suo procuratore, sicuro che alla fine avrebbe ottenuto i 10 milioni per i successivi 5 anni. Se così fosse il Milan ha fatto bene a non cedere al ricatto e farebbero bene le altre società a seguirne l’esempio per cominciare a contrastare l’escalation dei contratti a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni, uno dei motivi per cui i club più grandi al giorno d’oggi sono tutti pieni di debiti.

Di scapa

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