A 11 anni dall’ultimo scudetto e a 10 anni dall’ultimo titulo (la Coppa Italia vinta in finale contro il Palermo) l’Inter torna a vincere, laureandosi campione d’Italia con quattro giornate d’anticipo.

Un successo importante per i nerazzurri e per il suo tecnico Antonio Conte, dotato comunque di una delle squadre più forti del campionato.

Intervenuto a Sky Calcio Club nella serata di ieri (che ha visto la matematica vittoria del titolo dei nerazzurri dopo il pari tra Sassuolo e Atalanta) Conte ha commentato così la vittoria dello scudetto: “Ora siamo più sereni, siamo contenti e soddisfatti, Abbiamo riportato lo scudetto all’Inter, abbiamo lavorato bene, l’abbiamo vinto con 4 giornate d’anticipo e una soddisfazione. Siamo davvero contenti. Mancano 4 partite, vogliamo fare ancora bene. Ora daremo spazio a chi ha giocato meno, ma cercheremo fino alla fine di fare il nostro meglio. I ragazzi conoscono il mio pensiero e la mia mentalità”.

Nessuna intenzione di mollare, per onorare il campionato, e magari per crescere ulteriormente:

“In questi due anni c’è stato un percorso dal punto di vista tattico. Abbiamo iniziato la stagione pressando molto alti, l’anno scorso avevamo fatto molto bene, chiudendo dentro alla Juve in campionato e conquistando la finale di Europa League, quest’anno abbiamo riproposto la stessa cosa nelle prime 10-12 partite, siamo ripartiti con la stessa identità ma gli avversari ci avevano studiato e avevano trovato le contromisure. Allora abbiamo cambiato, abbiamo capito come trovare l’equilibrio. Una grande squadra non deve avere un solo copione. Noi non ci siamo mai snaturati, quando abbiamo la palla sappiamo cosa fare. Quest’anno con l’Inter, con gli avversari, non c’è stata partita. I miei calciatori hanno alzato l’asticella, sono cresciuti, hanno capito come svoltare anche dal punto di vista mentale. Ora non partecipano solo, vincono“.

Quindi, sull’ovvio paragone con Trapattoni (il primo ex juventino capace di vincere alla guida della Beneamata):

Fa piacere ed è un onore essere accostato a Trapattoni. Io ho avuto la fortuna di incontrarlo sulla mia strada. Se non l’avessi incontrato probabilmente non avrei mai pensato di fare l’allenatore. Vincere con l’Inter non è semplice, devi entrarci dentro, devi entrare in certe dinamiche, a volte devi stare al gioco, senza snaturarsi. Io non mi sono snaturato. Alcuni tifosi hanno storto il naso per il mio passato, ma poi si sono ricreduti. Sono stato preso per riportare l’Inter alla vittoria, ci sono riuscito dopo due anni“.

Una battuta, quindi, sul futuro – cui si penserà a tempo tebito:

“Abbiamo pensato al presente, era la cosa più importante. Lo scudetto era la priorità. Ora voglio godermi il momento, come non ho mai fatto in passato. Poi ci sarà il tempo per parlare, per capire benissimo la situazione, per provare ad organizzarci e vedere cosa ne viene fuori“.

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