In risposta a chi critica l’Inter per la mancanza di gioco, Antonio Conte oggi si è limitato a mostrare a tutti l’azione che ha portato al gol di Lukaku.

Da quando l’Olanda del calcio totale ha rivoluzionato il modo di giocare a calcio, il mondo del pallone si è diviso in chi ritiene che le grandi debbano comandare il gioco e creare tante occasioni da gol e chi invece preferisce fare sfogare gli altri e colpire nel momento in cui si presenta l’occasione. I cosiddetti “catenacciari” non regaleranno certo lo stesso spettacolo offerto dagli offensivisti al pubblico, ma da quando esiste il calcio portano a casa i risultati e spesso si aggiudicano i titoli. In Italia, poi, c’è una tradizione di catenacciari, basti pensare a Capello e Lippi, due degli allenatori più vincenti degli ultimi tempi.

Non bisogna dimenticare che il Real Madrid che ha vinto tre Champions di fila (sì quello di CR7 allenato da Zidane) prediligeva ripartire a tenere il possesso e che l’ultimo mondiale vinto dall’Italia è stato giocato sulle ripartenze. Ma anche che gli ultimi 9 campionati sono stati vinti da squadre che non si basavano sul bel gioco. La Juventus di Conte prima e quella di Allegri poi hanno fatto del pragmatismo la propria arma principale e lo stesso Sarri, arrivato per portare quel bel gioco, alla fine si è dovuto adattare al pragmatismo per vincere lo scudetto.

Conte è sin dall’inizio della sua carriera da allenatore il degno erede della scuola difensivista italiana, e la sua Inter è frutto della sua filosofia di gioco. Si sbaglia, infatti, se si pensa che prediligere le ripartenze equivalga a non giocare, anzi è un modo di giocare molto più tattico e accorto della controparte, ma non per questo rinuncia. Antonio Conte l’ha fatto capire ai detrattori con un semplice post, quello che mostra l’azione che ha portato al gol di Lukaku. Se ieri, all’ennesima critica sul brutto gioco aveva risposto con una battuta: “Il bel gioco? Andremo dall’estetista”, oggi ha spiegato perché nel gioco dell’Inter c’è tecnica, pianificazione, precisione e concretezza.

Nel gol in questione, infatti, si vede un’azione di grandissima qualità. Prima una serie di tocchi di prima per uscire dal pressing avversario e fare arrivare il pallone nell’altra metà campo, poi il cambio campo di Lautaro per l’accorrente Young ed infine il cross perfetto per la deviazione decisiva di Lukaku. Un’azione sicuramente pragmatica, ma che non sarebbe nata se non ci fosse la qualità dei singoli e un’idea di gioco ben precisa in tutti coloro che scendono in campo.

 

 

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Di scapa

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