Nella Roma di Fabio Capello che conquistò lo scudetto nella stagione 2000/2001 c’era anche un giovane talento che prometteva di diventare un punto fermo della Nazionale, che fine ha fatto Gaetano D’Agostino?
Nella Roma che ha conquistato il secondo e ultimo scudetto c’erano campioni indimenticabili come Totti, Montella, Batistuta, Cafù, Candela e Tommasi, ma anche giovani talenti che il club aveva acquistato nella speranza di poterli fare diventare un punto fermo della rosa del futuro. Il più splendente del lotto all’epoca era Gaetano D’Agostino, 18enne trequartista acquistato dai giallorossi la stagione precedente dalle giovanili del Palermo. Considerato sin da bambino come un prodigio, D’Agostino aveva già fatto tutta la trafila nelle nazionali giovanili under 15, 16 e 18, ma soprattutto nella stagione 1997/1998 era stato in grado di mettere a segno 100 reti.
Un exploit che ha spinto la Roma a puntare forte su di lui e che aveva fatto crescere le sue già alte quotazioni nei campionati giovanili. Fabio Capello ne intuisce il talento e in quella stagione trionfale gli fa assaggiare il campo una volta in campionato e due volte in Coppa Uefa. L’anno successivo la Roma lo dà in prestito al Bari, D’Agostino gioca titolare e mostra a tutti colpi da grande calciatore, ma anche di essere ancora acerbo. Così rimane a Bari in prestito anche la stagione successiva e torna a Roma solo nella stagione 2003/2004. Inserito nella rosa della prima squadra, il trequartista colleziona 16 presenze ma non riesce ad incidere. A fine stagione farà parte della rappresentativa Under 21 che conquisterà l’Europeo 2004, mostrando ancora una volta enormi potenzialità. Rimarrà nella Capitale anche nella prima parte della stagione successiva, ma a gennaio verrà ceduto in prestito al Messina.
In Sicilia mostra finalmente qualche miglioramento, ma il suo raggio d’azione viene spostato indietro e diventa un centrocampista di costruzione. Era ormai chiaro che come trequartista a livello professionistico non avrebbe avuto futuro e che la vena realizzativa mostrata nelle giovanili era solo un lontano ricordo. In questo ruolo comincia ad eccellere e nella stagione 2008/2009 sembra finalmente essere sbocciato: con la maglia dell’Udinese è titolare fisso e l’uomo chiave della manovra, ma soprattutto realizza 11 reti in un solo campionato da centrocampista arretrato. Entra anche a far parte del giro della Nazionale, collezionando 5 presenze nel solo 2009.
La grande annata appena disputata fa interessare a lui addirittura il Real Madrid, ma i blancos non affonderanno mai il colpo. Quella che sembrava solo l’inizio di una seconda parte di carriera ricca di soddisfazioni, alla fine si è rivelato un unico exploit. L’anno successivo il centrocampista giocherà poco e le sue prestazioni non saranno nemmeno paragonabili a quelle della stagione precedente. Comincia così un lungo peregrinare tra una squadra e l’altra: indosserà le maglie di Fiorentina, Siena, Pescara, Fidelis Andria e Taranto, finché nel 2016 non decide di appendere le scarpette al chiodo.
Conclusa la carriera da calciatore, D’Agostino ha deciso di rimanere nel mondo del calcio ed ha preso il patentino di allenatore. Per il momento ha allenato solamente squadre di serie D e C, con risultati altalenanti. La scorsa stagione è stato allenatore della Vibonese, ma i pessimi risultati ottenuti hanno portato all’esonero a metà stagione. Il club calabrese non è riuscito in ogni caso a cambiare il corso dell’annata e a fine anno è retrocesso in D.