Le vittorie delle nazionali italiane di calcio giovanile fanno esultare Gravina e offrono una prospettiva meno buia del futuro degli azzurri.

All’indomani della cocente sconfitta contro la modesta Macedonia del Nord, un po’ tutti ci siamo soffermati sui problemi di ricambio generazionale avuti dalla nostra Nazionale in questi ultimi anni. In alcuni casi ci sono stati dei talenti indiscutibili che si sono persi per strada (Cassano e Balotelli ad esempio), in altri talenti che sono stati fermati dalla sfortuna (Giuseppe Rossi e Zaniolo), ma in linea di massima è chiaro a tutti che la qualità media dell’organico della nostra Nazionale è inferiore a quello degli anni ’90 e dell’inizio degli anni 2000.

Il problema è legato sia alla questione “ciclo”, ovvero all’assenza di prospetti dello stesso livello di quelli avuti in precedenza. Un fenomeno che riguarda tutte le Nazionali, è successo alla Germania a fine anni ’90, è successo alla Spagna dopo il ciclo vincente che ha portato a 2 Europei e un Mondiale. Ma a differenza nostra queste nazionali sono comunque riuscite a mantenere un livello discreto, arrivando quantomeno a qualificarsi alle fasi finali di un Mondiale o di un Europeo. Questo dimostra che c’è stato anche un altro problema, ovvero una cattiva gestione delle giovanili, un minore impegno federale e dei vari club, nella crescita dei vivai.

In un precedente articolo sull’argomento scrivevamo che c’era bisogno di tornare ad investire a livello federale, ma anche di un diverso approccio dei club nella cura delle giovanili e nella costruzione delle rose. Una volta formati giovani di talento, infatti, c’è bisogno che questi abbiano la possibilità di giocare ad alti livelli per giungere pronti ad appuntamenti importanti come quello di una settimana fa contro la Macedonia del Nord.

Tuttavia i risultati di questi giorni hanno dimostrato che la situazione non è così grave come si potrebbe pensare. Tutte le nazionali giovanili, dalla under 16 alla under 21 sono in cima alle classifiche europee, segno che il movimento calcistico italiano è pronto a rifiorire e che gli investimenti fatti in questi anni sono stati sufficienti a creare un ricambio generazionale che darà i propri frutti in futuro. Non solo l’under 21 è in testa al proprio girone di qualificazione, l’under 20 ha vinto il torneo élite contro le big europee e l’under 19 si è qualificata alla fase finale dell’Europeo. Buoni risultati che diventeranno eccellenti quando alle fasi finali delle competizioni cominceremo ad aggiungere le vittorie dei trofei.

Ciò non toglie che questi giovani, una volta raggiunta l’età per essere professionisti, dovranno avere spazio nei club e tempo per crescere e migliorare senza troppe pressioni. Inoltre ulteriori investimenti non potranno che giovare prima al movimento giovanile e poi a quello professionistico. Insomma la strada intrapresa sembra essere quella giusta, ma si tratta solo di un primo passo verso il ritorno a quel ruolo da protagonisti che abbiamo sempre avuto e che da una decina d’anni invece sembra solo un lontano ricordo.

Di scapa

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