Lo scorso 27 aprile, a soli 16 anni e 105 giorni Angelo Gabriel è diventato il più giovane marcatore della storia del Santos, squadra che ha dato i natali calcistici a gente come Pelè e Neymar.
Dalle parti di Vila Belmiro il talento è di casa e non solo perché lo stadio del Santos ha avuto l’onore di ospitare uno dei più grandi calciatori della storia, e sicuramente il più grande della storia brasiliana, ma anche perché l’Academia del Santos è sempre ricca di talenti da lanciare nel calcio che conta. Alle volte va male come nel caso di Diego Ribas Da Cunha, numero 10 che incantava da queste parti a soli 16 anni e che a 18 era già considerato uno dei più forti talenti del calcio mondiale, ma che alla fine non ha mai confermato quelle che erano le sue enormi potenzialità. Lo stesso dicasi per il suo gemello, quel Robinho che ha fatto sicuramente meglio, ma che per quello che prometteva è rimasto un eterno incompiuto.
Di recente hanno lasciato il Santos due talenti di grande prospettiva: l’esterno d’attacco Rodrygo, che ha già mostrato il suo talento nel Real Madrid, e il centravanti Kaio Jorge, approdato in estate alla Juventus ma ancora non in grado di lasciare il segno con la nuova maglia. Poco male perché da quelle parti non passa mai troppo prima che emerga un talento nuovo di zecca. Prima ancora che Kaio partisse per l’Europa, infatti, il Santos ha visto debuttare il 16 Angelo Gabriel, talento delle giovanili che ha già fatto meraviglie con la nazionale under 17 e che sarebbe nel mirino di Real Madrid (nemmeno a dirlo) e Liverpool.
Un esordio, quello tra i professionisti, che è stato subito baciato dalla fortuna: lo scorso 27 aprile, infatti, il subentrante Angelo ha segnato il gol del 2-0 con un comodo tap-in a porta vuota. Nulla di speciale il gol, d’accordo, ma sufficiente per fargli battere il record di precocità con la maglia del Santos. Un record che aveva resistito 59 anni e che era stato battuto una paio di settimane prima dal compagno di squadra, da poco 17enne, Kaiky Melo Fernandes, difensore centrale che si è imposto come principale prospetto difensivo del campionato verdeoro in appena 6 mesi, e che lui ha ritoccato ulteriormente.