Dario Hubner è arrivato nella massima serie a 30 anni dopo oltre un decennio di gavetta nelle serie inferiori riuscendo a lasciare il segno e sfiorando la Nazionale.

Una delle ragioni per cui il calcio è lo sport più seguito al mondo è la possibilità che accada qualcosa di impronosticabile. Per diventare grandi non basta il talento, servono caparbietà, determinazione e costante voglia di migliorarsi. La storia di questo sport è piena di fenomeni che non riescono a mettere a frutto il loro potenziale, basti pensare a Pato, ad Adriano, ai nostri Antonio Cassano e Mario Balotelli. Ci sono poi le storie che fanno da contraltare, ovvero quelle di giocatori il cui potenziale di partenza non è di primissimo livello ma che con lavoro e dedizione riescono a raggiungere i massimi livelli.

A questa categoria è sicuramente ascrivibile Dario Hubner, attaccante triestino nato nel 1967 che ha esordito a 20 anni nel campionato interregionale con la Pievigina. La sua sembrava la storia di tanti ragazzi che avevano sognato di diventare calciatori professionisti ma che non vi erano riusciti. Ma chiunque avesse pensato questo si era tremendamente sbagliato. Dopo la stagione ’87, Hubner è passato in Serie C2 al Pergocrema. Nelle due stagioni con la squadra lombarda segnò appena 6 reti in 30 presenze e nel 1990 è passato al Fano. Nella prima stagione contribuisce alla promozione in C1 con 8 reti, quindi, dopo un anno di ambientamento nella serie, Hubner trascina i suoi con 14 reti e viene acquistato dal Cesena.

In Romagna Dario ‘Tatanka‘ Hubner sboccia definitivamente: segna 74 reti in cinque stagioni, andando sempre in doppia cifra e laureandosi capocannoniere della Serie B nel 1995/1996. Nella stagione ’97/’98 viene acquistato dal Brescia ed esordisce a 30 anni in Serie A. La sua stagione d’esordio nella massima serie stupisce tutti: Hubner segna 16 reti in un campionato fortissimo (il più difficile al mondo all’epoca), ma non riesce a salvare i lombardi. Nelle due stagioni successive segna 21 reti in Serie B, e nel ’99/2000 è decisivo per la promozione delle Rondinelle.

Alla sua seconda stagione in Serie A (a 33 anni), l’attaccante migliora il suo record di segnature, mettendo a referto 17 reti, ma il miracolo calcistico lo compirà l’anno successivo: passato al Piacenza, Hubner è decisivo alla salvezza della squadra e si laurea capocannoniere della Serie A in coabitazione con Trezeguet a 34 anni (quell’anno ha sfiorato anche la presenza in Nazionale). Dopo un’altra buona stagione a Piacenza, l’attaccante comincia a vivere la fase discendente della sua carriera, giocherà con l’Ancona e il Perugia in A e con il Mantova in C1, prima di concludere la carriera nel calcio dilettantistico.

Ritiratosi dal calcio giocato, Darione Hubner ha fatto i corsi da allenatore ed ha anche fatto qualche esperienza in panchina senza grossi risultati. Negli ultimi anni ha quindi deciso di abbandonare quella carriera per dedicarsi ad altro. Il calcio rimane in ogni caso la sua passione principale e di tanto in tanto si diletta in tornei di calcio a 7 nel ruolo di portiere, dove pare abbia anche risultati discreti.

Di scapa

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