Jeremy Doku è stato il migliore del Belgio nel quarto di finale contro l’Italia e proprio da sue iniziative sono arrivati il rigore e il gol salvato sulla linea da Spinazzola: conosciamolo meglio.
Un’Italia quasi perfetta ieri sera ha eliminato il favoritissimo Belgio di Lukaku, De Bruyne e Hazard. Gli azzurri hanno giocato un primo tempo di grande carattere, cercando di mantenere il pallino del gioco e di schiacciare gli avversari alla ricerca del gol. Il mix di possesso palla e pressione sulla trequarti ha portato al primo gol di Barella, mentre una ripartenza di Insigne dalla sinistra a quello del raddoppio. Fino a quel momento il Belgio si era fatto vedere solo con un tiro dalla distanza di De Bruyne in contropiede. Dopo il gol del 2-0, si è acceso Jeremy Doku che con una spaventosa accelerazione ha fatto secco Di Lorenzo e lo ha costretto al contatto che ha portato al calcio di rigore (si può poi discutere sulla concessione del rigore stesso).
Nel secondo tempo è stato sempre il 19enne a mettere in difficoltà la difesa azzurra: dal suo lato è arrivato il cross sfiorato da Lukaku ed il successivo salvataggio sulla linea di Spinazzola. Dai suoi piedi è partita l’azione in cui Donnarumma ha fatto gli straordinari per intercettare il cross ed evitare l’angolo. Sempre lui sul finale ha cercato di accentrarsi ed ha fatto partire una conclusione insidiosa che si è spenta sul fondo. Insomma Doku, l’uomo meno atteso del match, è stato l’anima offensiva del Belgio e l’unico in grado di scardinare la difesa azzurra. Oggi tutti parlano di lui e sembra che la prestazione di ieri abbia attirato tanti grandi club e che il Liverpool sia pronto ad assicurarselo.
Nato ad Anversa il 27 maggio del 2002, Jeremy Doku è un’ala sinistra dotata di fisicità, velocità nel primo passo e doti tecniche di primo livello. Destro naturale, l’attaccante del Rennes è in grado di calciare anche con il sinistro, caratteristica che lo rende insidioso anche quando si allarga sulla fascia alla ricerca del cross o dell’assist dal fondo. Abilissimo nel saltare l’uomo, è dotato sia di un’accelerazione spaventosa che di un controllo eccezionale nello stretto e di una progressione micidiale. Sebbene abbia un buon tiro dalla media e lunga distanza, attualmente Doku non ha sviluppato il killer instinct: nelle prime due stagioni da professionista ha infatti messo assieme solo 8 reti in 74 partite. Il tempo, però, è dalla sua parte e con quelle doti tecniche e fisiche potrebbe diventare un attaccante devastante.