Nato nel settembre del 1971, Edward Henrik Larsson può essere considerato uno dei giocatori più forti della storia del calcio svedese, in barba ad Ibrahimovic.

Non avrà vinto tutti gli scudetti vinti da Ibra (anche se può vantare sette campionati in tre nazioni diverse) ma può vantare una Champions League e uno storico terzo posto ottenuto nei mondiali del 1994.

A Pasadena, il 16 luglio del 1994, la sua Svezia – sconfitta in precedenza per 1-0 dal Brasile poi campione del mondo, anche grazie all’espulsione del poi romanista Thern al 63′ – supera con un netto 4-0 la Bulgaria e ottiene la medaglia di bronzo nel mondiale americano.

Al 37′, dotato di appariscenti dreadlocks biondi, Larsson scarta il portiere bulgaro e realizza la rete del 3-0.

Ha 22 anni Henrik Larsson, acquistato un anno prima dal Feyenoord – che lo aveva visto segnare 50 reti in 56 gare con la casacca della squadra della sua città, l’Helsingborg (città dove dal giugno del 2011 è stata eretta una statua in suo onore).

Da lì in poi Larsson – madre svedese e padre capoverdiano – segnerà un po’ in tutta Europa, dove più dove meno (e continuerà a segnare con la Nazionale: per lui 37 reti – quarto posto assoluto – in 106 presenze):

26 reti in 101 gare con la casacca del Feyenoord, 173 reti in 221 gare con la casacca del Celtic (conquista una scarpa d’oro nel 2001 e diventa il terzo marcatore nella storia degli scozzesi, nonché il primo non britannico), 13 gol in 40 gare con la maglia del Barça con cui vincerà la Champions League, una rete in 7 gare con la maglia del Manchester United e infine il ritorno in patria con la casacca dell’Helsingborg.

Nel 2001 opterà per una più sobria testa rasata ma Larsson – con o senza capelli – risulterà un attaccante letale, ben voluto dai tifosi di tutte le compagini che hanno avuto il piacere di vedere indossare la propria maglia.

Cosa fa oggi Henrik Larsson?

Dopo parecchie esperienze da allenatore e da assistente in Svezia (con due passaggi sulla panchina del “suo” Helsingborg) Larsson ha seguito Ronald Koeman a Barcellona e adesso è assistente di Rambo sulla panchina dei catalani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *