Il figlio di Andrea Pirlo è vittima da tempo dell’odio social, un fenomeno che lo fa soffrire e che lo ha indotto a denunciare apertamente gli hater.

Avere la possibilità di esprimersi liberamente, un regalo dell’era moderna che è stato portato all’ennesima potenza dalla diffusione del web, è un lusso che in molti non si sono potuti permettere e e che ancora oggi in molti sognano. Nell’occidente democratico la libertà di parola è diventato un lusso che non ci meritiamo. Invece di sfruttare questa possibilità per alimentare discussioni costruttive, favorire il dialogo, imparare dal diverso e appianare le divergenze, questo potentissimo strumento viene spesso utilizzato per demolire il prossimo e sfogare la propria frustrazione addosso a vittime casuali.

L’ultima di una lunghissima serie di vittime dei social è il figlio 17enne di Andrea Pirlo. Il ragazzo in quest’ultimo anno è stato preso di mira da diversi utenti per il solo fatto di essere il figlio dell’allenatore della Juventus. Ad attaccarlo non ci sono solamente i tifosi delle squadre avversarie, ma anche i tifosi dei bianconeri che non sono soddisfatti dell’operato del tecnico.  Ciò che non si capisce è come mai l’odio o l’insoddisfazione nei confronti di Pirlo venga trasferito sul figlio e cosa questi soggetti ottengano in cambio. Se lo chiede anche Niccolò, in una storia di denuncia pubblicata su Instagram.

In questa si legge: “Io non sono una persona che giudica, non mi piace farlo, ognuno ha il diritto di poter dire ciò che vuole, sono io il primo a farlo e non vorrei mai che nessuno mi togliesse la libertà di parola. I miei genitori mi hanno insegnato ad avere idee e soprattutto ascoltare quelle degli altri, ma credo che a tutto ci sia un limite e già da tempo questo limite è stato superato”. Niccolò pubblica solo l’ultima di una serie di frasi simili recapitategli da utenti sui social: “Devi morire insieme a tuo padre”.

Il ragazzo spiega di ricevere messaggi del genere ogni giorno e solo perché è il figlio di un allenatore: “Questa sarebbe la mia ‘colpa’ e la motivazione per la quale ogni giorno mi arrivano messaggi di augurata morte e insulti vari. Vorrei chiedervi di mettervi per un solo secondo nei miei panni e chiedervi come vi sentireste”.

Di scapa

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