Stasera inizia l’ultima giornata di campionato.
Una giornata decisiva per il titolo (con il Milan pressoché sicuro di vincere il tricolore) e per la salvezza (la Salernitana è favorita per rimanere in serie A ai danni del Cagliari) ma che per il Torino non rappresenta troppo.
Salvezza raggiunta, miglioramento rispetto alla scorsa stagione e il pensiero – in conferenza stampa – va già alla prossima stagione.
Ivan Juric s’è infatti concentrato sul futuro, nella conferenza stampa della vigilia della gara contro la Roma, parlando del destino di alcuni dei protagonisti di questa stagione.
Tra i certi a lasciare la città della Mole c’è Josip Brekalo, esterno croato destinato a tornare in Germania giacché la società non ha intenzione di riscattarlo dal Wolfsburg (nonostante le 7 reti in 31 gare):
“Io lo so da due mesi che non vuole rimanere, che vuole fare un’altra esperienza. A lui dico grazie, è stato un grande professionista, ha lavorato sempre bene, ha dato tanto. Poi ognuno fa le sue scelte, ma io lo sapevo da tanto. Non è una sorpresa. Non ho mai avuto dubbi dell’impegno di lui e di altri ragazzi che sono in prestito e magari non rimarranno. Dovevamo decidere per Brekalo domenica scorsa e si è deciso di non prenderlo perché non aveva intenzione di restare. C’era l’opzione di rivenderlo ma preferisco anche io così”.
Quindi, su Belotti in scadenza di contratto:
“Non sappiamo ancora, la risposta arriverà dopo la partita. Nelle ultime settimane abbiamo fatto le cose giuste, proponendo cose anche buone, ora lui deve decidere. Sarà in questi due giorni, dopodiché il discorso è chiuso”.
E sui tanti giocatori in prestito (e quindi destinati a lasciare Torino):
“Mandragora? Non è nostro, lo dobbiamo comprare. Noi perdiamo Pobega e perdiamo Mandragora, non c’è stato nessun riscatto. In questo momento Mandragora non è un nostro giocatore, non abbiamo il diritto. C’era l’obbligo a un certo numero di presenze che non è stato raggiunto. Praet? Se lo vuoi 15 milioni e lo porti a casa, lui è un giocatore del Leicester. E’ sempre così sui prestiti, ma non bisogna guardare a tutto con tristezza”.
Infine, sul proprio futuro:
“Se resto? Penso di sì ma dipende da quello che vuole fare la società. Questa piazza ha bisogno di fare passi in avanti e crescere, ma è difficilissimo. Anche altre società hanno investito tanti soldi e fanno fatica ad avvicinarsi in alto”.