l'esultanza di ibra

Ritornato a Milano (nuovamente sponda rossonera) circa un anno fa, dopo le esperienze a Parigi, a Manchester e negli States, Zlatan Ibrahimovic è riuscito – assieme a Pioli, per carità – a risollevare le sorti del Milan, adesso capolista e lanciato a ritornare in Champions League (ormai obiettivo minimo, giunti a quasi metà campionato).

Obiettivo minimo anche per Ibra, a leggere le parole rilasciate in una lunga intervista concessa a Repubblica e al Corriere dello Sport:

“Non prometto un posto Champions, è ancora presto, il secondo in classifica è sempre il primo degli ultimi. Io devo puntare al massimo, per fare uscire il meglio da me e dagli altri. Non mi interessa lo scudetto d’inverno, ma il titolo vero. Non è normale per i tifosi e per il club stare 7 anni fuori dalla Champions. Forse in questi 7 anni ci sono state tante cose anche fuori dal campo: se non c’è stabilità sopra, non può esserci sotto”.

Stabilità che tra passata e attuale stagione è giunta anche attraverso la conferma dell’allenatore Pioli.

Un allenatore per cui spende ottime parole: “Il nostro è un rapporto professionale: lui è l’allenatore e io il giocatore. Ha fiducia in me e mi fa stare bene. È un grande gentleman: non era semplice per lui, eppure non ha mai ceduto. È stato elegante, un altro avrebbe mollato. Il suo messaggio era di guardare sempre avanti: si è dimostrato da grande club”.

E alla domanda su quale sarà il suo futuro, Ibra lascia le porte aperte a qualsiasi opzione: “Finché sto bene, vado avanti. Sono sempre stato onesto, non voglio mettere nessuno in una situazione da cui non può uscire. All’inizio ho firmato per 6 mesi: è capitato, a chi era tornato al Milan la seconda volta, che non sia andata bene. Siamo stati più flessibili lasciandoci vie d’uscita. Nelle vacanze di Natale ho portato i miei due figli al Vismara? Vediamo, il mio contratto finisce tra 6 mesi. Tutto è possibile“.

Tanti gli altri spunti interessanti, dalla propria esperienza col Covid all’esperienza nella MLS, ma ci limitiamo a riportare le parole su Gigio Donnarumma:

“Che resti al Milan è molto importante. È il simbolo cresciuto all’Academy, è il più forte portiere del mondo, deve avere fame e continuare così. Quando vedo qualcosa di straordinario, lo dico. Certo, uno così deve giocare anche la Champions, non può non avere ancora una presenza lì”.

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