Gianluca Scamacca alla fine ha scelto il West Ham, dunque nella prossima stagione giocherà in Premier League: la storia degli italiani nel campionato britannico.

Il Sassuolo alla fine ha ceduto il centravanti Gianluca Scamacca per 20 milioni di sterline al West Ham. Sul talentuoso attaccante romano c’era l’interesse di moltissimi club italiani e di qualche club europeo. Probabilmente il ragazzo avrebbe preferito rimanere in Italia, ma le big nostrane hanno ritenuto eccessive le richieste del club emiliano e non hanno creduto che l’investimento richiesto coprisse il rischio. Ad approfittarne la squadra londinese, convinta che per caratteristiche Scamacca possa definitivamente consacrarsi in Premier e dunque aiutare gli Hammers a fare una stagione migliore della precedente.

La storia degli italiani in Inghilterra è iniziata a metà anni ’90, periodo in cui il nostro campionato era il più competitivo al mondo e da quelle parti non erano ancora giunti gli investimenti dei magnati di gas e petrolio. Si trattava di un campionato con scarso appeal internazionale, in cui lo United dominava senza avversarie ed in cui si giocava all’inglese: palla lunga per la torre che spizzava per il centrocampista o l’esterno e faceva partire il contropiede, spesso finalizzato dalla stessa torre con un colpo di testa o una conclusione dall’interno dell’area. I primi a giungere sono stati Ravanelli e Vialli, quindi sono arrivati Zola, Carbone e Di Canio, giocatori che hanno lasciato il segno, vincendo titoli o semplicemente conquistando il rispetto della tifoseria.

Negli anni 2000 è andata meno bene agli italiani che sono passati in Premier. Basti pensare che quello che si è comportato meglio è stato Maccarrone, attaccante scuola Milan che non ha proprio lasciato il segno nel mondo del calcio ma che ha comunque mostrato una buona capacità realizzativa. Male tutti gli altri, da un Vincenzo Montella a fine carriera ai giovani talenti Borini e Lupoli (mai in grado di lasciare il segno). Un discorso a parte va fatto per Peppe Rossi, arrivato ancora minorenne al Manchester e mai realmente impegnato tra i pro. L’attaccante aveva un grandissimo talento, ma a benefiarne sono stati i tifosi del Parma e quelli del Villereal, prima che un brutto infortunio gli impedisse di consacrarsi definitivamente.

Negli anni 2010 il giocatore simbolo del nostro calcio emigrato in Inghilterra doveva essere Mario Balotelli. Il talento c’era, ma il temperamento e il carattere non gli hanno mai permesso di realizzare il suo enorme potenziale. Tra i tanti emigrati oltre Manica ci sono stati Borriello, Paloschi, Zaza, Gabbiadini, Pellé, Diamanti e Osvaldo, dei quali l’unico a giocare su buoni livelli è stato Graziano Pellé. Una difficoltà, quella degli attaccanti nostrani da quelle parti, che ha trovato anche Patrick Cutrone negli anni ’20. Insomma Scamacca ha il difficile compito di invertire la tendenza degli ultimi 2 decenni e provare a riportare in alto la nostra bandiera in Inghilterra.

Di scapa

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