Gianluca Vialli si racconta ad Alessandro Cattelan.

L’ex campione di Chelsea, Juve, Sampdoria e Cremonese (andando a ritroso nella sua quasi ventennale carriera) ha parlato di tanti aspetti – a partire dal timore di morire e della sua lotta al cancro (ricordiamo come dal 2017 lotti contro tumore al pancreas): “Io ho paura di morire, eh. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire”.

Un sentimento ambivalente che ha fatto sì che il gemello del gol di Roberto Mancini – che ha scritto della sua lotta al tumore anche in ‘Goals’, sua seconda opera cartacea – riflettesse sul senso della morte: “Però mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L’ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunato”.

Vialli ha ulteriormente proseguito:

“La malattia non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita – e non l’ho detto io ma lo condivido in pieno – è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade”.

“E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro”.

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