Fabio Paratici ha annunciato ufficialmente di aver lasciato l’incarico di managing director della football area della Juventus: il dirigente è stato al centro del ciclo vincente di questi 10 anni.

L’annuncio della separazione tra Fabio Paratici e la Juventus era nell’aria già da tempo. L’andamento non esaltante di questa stagione che ha vito la Juve da campione d’Italia in carica arrancare al punto da mettere a rischio la qualificazione in Champions (ottenuta all’ultimo respiro) è stata frutto anche delle sue scelte tecniche ed era logico che la proprietà potesse decidere di cambiare il quadro dirigenziale in vista dell’apertura di un nuovo ciclo. Oggi il dirigente si è incontrato con Andrea Agnelli ed ha discusso della sua posizione contrattuale in scadenza a giugno prossimo, il risultato è stato che il contratto non verrà rinnovato.

Giunto dalla Sampdoria nella stagione 2010/2011 per ricoprire l’incarico di coordinatore tecnico, Paratici l’anno successivo è stato promosso direttore sportivo. Ruolo che ha mantenuto fino al 2018 quando è diventato Chief Football Officer. Grazie a questo ruolo è riuscito a portare in bianconero Cristiano Ronaldo, suo il merito per l’arrivo di parametri zero di grande valore come Ramsey e Rabiot (anche se il rendimento non è stato pari a quanto ci si attendeva), suo il merito anche per le operazioni che hanno portato in bianconero Chiesa, De Ligt e Kulusevski.

A comunicare la fine di questo percorso condiviso, il cui unico neo è stata la mancata vittoria in Champions League, è stato lo stesso Paratici con un comunicato in cui si legge: “Sono stati anni bellissimi, di crescita professionale e di forti emozioni. La Juventus mi ha concesso l’opportunità di svolgere la mia attività in piena libertà e senza condizionamenti nel pieno rispetto del mio ruolo. Per questo desidero ringraziare tutto il club, il mio staff, i dipendenti, i collaboratori, i calciatori, gli allenatori, gli azionisti, e, in particolare, il Presidente, Andrea Agnelli. Si chiude un capitolo importante della mia carriera, in attesa di nuove sfide”.

Di scapa

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