Nato a Brindisi il 21 agosto del 1968, giocò da titolare quasi tutta la coppa del mondo del 1994.

Assente nella gara d’esordio persa contro l’Irlanda, divenne titolare dalla seconda contro la Norvegia, e mantenne i galloni fino alla drammatica finale di Pasadena.

Parliamo di Antonio Benarrivo, uno dei migliori terzini mancini del calcio anni ’90.

Un terzino che visse sula fascia sinistra l’epopea del grande Parma di Tanzi, dopo gli esordi nel suo Brindisi in C1 e il passaggio in B con il Padova (quando realizzò 7 reti in 70 gare, il numero maggiore di marcature per lui).

Ma andando alla parentesi più importante della sua vita – in Emilia – per lui, dalla stagione 1991/92 alla stagione 2003/04, 362 gare in tutte le competizioni – vincendo tantissimo con i ducali: tre Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa, una Supercoppa italiana e due Coppa Uefa.

Una bacheca di tutto rispetto, prima del ritiro nel 2004 dopo alcune stagioni da comprimario.

Come raccontato a TMW in un’intervista di qualche tempo fa:

“Il calcio l’ho lasciato nel 2004 in concomitanza col crac Parmalat. Fosse rimasto Tanzi avrei proseguito facendo altro col Parma. Nel momento in cui lui è uscito io ho smesso di giocare mi sono concentrato a tempo pieno sull’altra attività, che avevo avviato già nel 1999”.

Calcio abbandonato nonostante abbia frequentato il corso di abilitazione per il master di allenatori professionisti Prima Categoria-UEFA Pro.

Ma Benarrivo ha deciso che la sua seconda vita (quella dopo aver appeso gli scarpini al chiodo) è in un altro settore, quella dell’edilizia.

“Ho sempre giocato d’anticipo nella mia vita. Perché non si sa mai e infatti a Parma è successo ciò che sembrava impossibile. Avevo deciso per tempo di diversificare e questa attività mi tiene impegnato. Non ho perso tempo: oziare non è da me e del resto nella mia vita ho sempre lavorato. Sono una persona dinamica”: ha raccontato inoltre Benarrivo che, già prima di arrivare al calcio che conta, aveva lavorato – per davvero.

“Ho lavorato in un negozio di articoli per negozi, poi mi sono occupato di impianti di distribuzione carburanti. Il fatto che sia diventato il giocatore che sono stato è figlio di una serie di coincidenze. Ero nelle giovanili del Brindisi, la società aveva problemi economici e il presidente fece una scelta drastica lanciando in Serie C i ragazzi della Juniores. Le cose andarono bene perché facemmo un discreto campionato. Da lì è iniziata la mia avventura professionistica che mi ha portato a Padova e infine al Parma”: è questa in poche parole la traiettoria della fortunata carriera del brevilineo terzino vicecampione del mondo nel 1994.

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