La faida inizia lo scorso 29 novembre, con un post di Ibrahimovic su Twitter.
Il fuoriclasse svedese si trovò ad attaccare la EA Sports per l’uso (improprio, a suo dire) della propria immagine: “Who gave FIFA EA Sport permission to use my name and face? @FIFPro ? I’m not aware to be a member of Fifpro and if I am I was put there without any real knowledge through some weird manouver”.
A distanza di quattro mesi è tornato sull’argomento il suo procuratore, Mino Raiola, intervistato da TalkSport.
Il potente procuratore italo-olandese ha di fatto ribadito l’intenzione di far rimuovere i propri assistiti dal gioco (scelta economicamente assolutamente legittima, ma che con ogni probabilità non renderà lui e i suoi assistito molto simpatici all’universo dei videogiocatori): “Io credo che possiamo farlo, loro pensano di no. C’è una differenza nei diritti che comprano. Loro comprano i diritti collettivi da club che dicono di detenerli, ma li utilizzano su base individuale e questo è vietato nella maggior parte dei Paesi. Credo che stiano abusando dei diritti dei calciatori, non sono di proprietà dei club“.
Ma l’attacco più duro di Raiola è contro FUT (FIFA Ultimate Team): “Se vuoi comprare la carta di Paul Pogba o di Zlatan Ibrahimovic, devi pagare una certa quantità di soldi ma loro ti mandano dieci carte e tu devi essere contento se in quelle dieci ci trovi i giocatori che volevi. Quindi c’è una componente di scommesse, una lotteria in quel gioco e non è quello che dovrebbe riguardare il gioco“.