Bobo Vieri esalta la stagione di Ibrahimovic e smentisce chi dice che fa la differenza solo perché il livello della Serie A non è alto come altri campionati europei.
L’età nel calcio di oggi fa tutta questa differenza? A guardare cosa riescono a fare fuoriclasse come Zlatan Ibrahimovic e Frank Ribery si direbbe di no. C’è però chi sostiene che riescano ad essere determinanti solo perché il nostro calcio non è più competitivo come un tempo, sarà vero? Senza una controprova è difficile dire se l’eterna giovinezza dello svedese e del francese, a cui si deve sommare anche quella del poco più giovane Cristiano Ronaldo, sia merito dei calciatori o demerito della nostra Serie A. Probabilmente, come spesso nella vita, la verità in questo caso sta nel mezzo.
Intervistato dalla Gazzetta, Bobo Vieri esalta Ibrahimovic e confessa che guardandolo sul campo ha pensato di aver smesso troppo presto: “Vedere Ibra così a 39 mi ha fatto pensare di aver smesso troppo presto? Miliardi di volte: farlo a 36 era straprestissimo, non troppo presto”. Su chi ritiene che lo stratosferico campionato di Ibra sia un segno negativo per la Serie A, Bobo risponde: “In Italia si guarda solo all’età, che invece è bugiarda. Perché uno deve smettere a 39 anni se sta bene? E perché Mancini non deve chiamare Zaniolo a 19? Perché non ha debuttato in A? Dipende tutto dalla voglia che hai e dagli infortuni che non hai”.