A Madrid, sponda Atletico, sembra aver trovato la sua dimensione ideale: autore di 14 reti in 20 presenze complessive (le reti sono state realizzate tutte in campionato) Luis Suarez sta trascinando i colchoneros, attualmente in vetta alla classifica della Liga (con Real Madrid e Barça a debita distanza).
E pensare che quest’estate sembrava ad un passo dalla Juventus.
Protagonista della nota vicenda dell’esame pilotato per ottenere il passaporto italiano, Suarez ha parlato a El Transitor della questione: “Si parlava molto dei bianconeri, ma c’erano molti club interessati. Ho continuato a portare avanti il discorso del passaporto italiano perché ci stavo lavorando da un anno”.
Parlando quindi di Koeman, il tecnico che lo ha messo di fatto alla porta a Barcellona: “Mi ha chiamato e mi ha detto che non contava su di me. Ho accettato la decisione ma gli ho detto che avevo un contratto e che quindi mi sarei presentato in fase di preparazione, quando loro non volevano. Non sono riuscito a parlare con Bartomeu. È stato il mio avvocato a farlo. Lasciare il Barcellona è stata dura a causa del modo in cui sono stato disprezzato, ma volevo che i miei figli mi vedessero lasciare il club in grande stile”.
E sulla nuova esperienza madrilena e il rapporto con il Cholo Simeone: “Simeone è uno di quegli allenatore che quando si tratta di convincere un giocatore lo fa. Per la sua mentalità, la sua positività. Dicevano che non ero più nel mio momento migliore, ma lui mi ha trasmesso fiducia. Non ero preoccupato per il modo in cui gioca l’Atletico. Ho giocato in Uruguay, col Liverpool, sapevo mi sarei adattato bene alla filosofia dell’allenatore”.