Megan Rapinoe non le manda a dire, ancora una volta.

All’indomani della vittoria della coppa del mondo femminile nell’estate del 2019, il capitano della nazionale statunitense Rapinoe aveva attaccato – in un’intervista al ‘Guardian’ – colui il quale sarebbe il suo presidente, Doanld Trump:

“Siamo tuto ciò che Trump ama, tranne che siamo delle donne potenti” – titolò ai tempi il quotidano britannico.

Stavolta l’attacco è alla masnada che ha assaltato il Congresso lo scorso 6 gennaio:

“Si è trattato di un attacco dettato dagli umori del suprematismo bianco e dalla volontà di difendere la supremazia bianca. Speriamo che si sia trattato di un ultimo colpo in grado di far capire alle persone che siamo arrivati a questo punto perché non c’è mai stato un processo di comprensione e riconoscimento su cosa sia realmente questo paese. Credo che abbiamo mostrato i veri colori dell’America, non è la prima volta che assistiamo a una folla assassina come questa“.

E così la Rapinoe chiede sia fatta giustizia:

“Tutti questi appelli all’unità e a pensare ad andare avanti non possono prescindere dal fatto che deve essere fatta giustizia. Se non puniamo i responsabili e non facciamo una inchiesta approfondita, non faremo altro che incoraggiare altri a fare altri attacchi come quello“.

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