Dietro Federico Macheda, Giuseppe Rossi e il pressoché ignoto Francesco Sanetti ma davanti a Moise Kean – è l’italiano più giovane ad aver segnato in Premier League, ad oggi.

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All’età di 19 anni e 223 giorni realizzò la sua prima marcatura tra i grandi del Chelsea contro l’Everton, dopo aver fatto benissimo nella squadra riserve – realizzando ben 16 reti (da centrocampista) e conquistando il titolo di Chelsea’s young player dell’anno.

Parliamo di Samuele Dalla Bona, nato a San Donà di Piave nel febbraio del 1981 ma cresciuto calcisticamente nell’Atalanta.

A 17 anni, in nerazzurro, conquista il campionato Primavera e la Targa Pisani (in onore di Federico Pisani, calciatore dell’Atalanta morto in un grave incidente stradale nel febbraio del 1997) prima di essere rilevato dal Chelsea.

Il Chelsea di quegli anni si ispira al calcio italiano: negli anni passati ha acquistato i Casiraghi, i Di Matteo, i Zola e i Vialli e quest’ultimo siede ancora sulla panchina dei Blues quando Sam viene acquistato dai londinesi.

Sarà proprio Vialli a lanciare in prima squadra il giovane connazionale e sarà poi Claudio Ranieri a renderlo un punto di forza del club – prima dell’avvento di Frank Lampard (che cambierà la gerarchie) e della sua voglia di tornare in Italia.

A quel punto – dopo 73 gare complessive e 6 reti col Chelsea – per Sam è tempo di tornare in Italia: ha soli 21 anni quando viene acquistato dal Milan, per un milione di sterline (una cifra ben inferiore a quanto aveva offerto in precedenza Maurizio Zamparini, allora patron del Venzia: ben 5 milioni).

Ma per Sam è difficile imporsi in quel Milan: per lui 16 partite complessive ed una rete (con tanto di 6 gare in Champions League – competizione poi vinta dai rossoneri nella storica finale terminata ai rigori contro la Juventus) e la difficoltà di imporsi in una mediana che poteva vantare calciatori del calibro di Gattuso, Pirlo, Seedorf e Rui Costa (per citare i titolari della finale contro la Juve – in panchina Brocchi e Ambrosini).

Da lì in poi, Dalla Bona inizia un girovagare tra alti (pochi) e bassi (molti):

alternativa nel Bologna, diviene titolare inamovibile nel Lecce di Zeman che arriverà 11esimo a pari merito con Reggina, Cagliari e Lazio (per lui 36 gare e 6 reti in campionato durante la parentesi salentina).

Andrà quindi alla Sampdoria (titolare senza grossi spunti e mai in rete) prima del passaggio al Napoli, dove inizia il suo declino: una buona stagione in serie B con il ritorno nella massima seria prima di essere accantonato, anche a causa di incomprensioni con il tecnico Edy Reja.

Sfiora il ritorno in Inghilterra (al West Ham, saltato poi per problemi burocratici) prima di trasferirsi per sei mesi in Grecia, all’Iraklis.

Problemi fisici, motivazionali e familiari (il padre Luigi si ammala nella primavera del 2011, per poi morire a stretto giro di posta) lo portano ad un rapido declino e al ritiro ad appena 30 anni.

Cosa fa oggi Sam Dalla Bona?

Dotato di patentino UEFA B, Dalla Bona potrebbe allenare ma non è quello che vorrebbe fare – sebbene abbia dichirato, in un’intervista di un anno fa a TMW, di avere nostalgia del calcio.

Nella stessa intervista, di cui riportiamo solo le sue parole in merito alle attività odierne, racconterà frattanto come sia attivo nell’ambito della ristorazione:

“Al momento nel calcio niente. Ovviamente ho i contatti per rientrare. Avevo fatto il patentino di UEFA B per allenare ma non era una cosa che mi prendesse. Poi ho girato un po’ per vedere partite. E poi gestisco i miei guadagni, ho aperto un’attività ad Amsterdam di ristorazione anche se ora è chiuso a causa del Covid-19. Il “FIKO De Pijp”, cucina italiana, roba semplice. Mi piaceva l’idea e ora vediamo come proseguirà e se riaprirà. Siamo in fase di stallo. Anche lì c’è un ‘piano ristori’, con la differenza che qui è arrivato (ride, ndr)”.

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