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Chi è Jeremia Recoba, figlio del Chino Alvaro? Perché si chiama così (con tanto di errore)?

Jeremia Recoba, figlio dell’ex leggenda uruguaiana Alvaro, ha un nome unico per un errore del padre. Scopri la curiosa storia.

Alvaro Recoba, leggenda del calcio uruguaiano e della serie A di fine anni ’90 / inizi 2000, è ricordato per il suo mancino potente e raffinato e i gol da calcio piazzato (i tifosi di Inter e Venezia lo sanno bene). Preciso nei passaggi e nelle conclusioni (sebbene a volte un po’ abulico, bisogna ricordarlo), ha tuttavia commesso un errore piuttosto singolare, fuori dal rettangolo di gioco: nel 2003, quando si è recato all’anagrafe per registrare il nome del figlio, ha dimenticato una lettera. Il risultato? Un nome che ancora oggi genera sorpresa: Jeremia.

Jeremia Alexandre Recoba Perrone, nato a Como l’8 ottobre del 2003, ha scelto di seguire le orme del padre, diventando calciatore anche se con caratteristiche di gioco e una posizione in campo (da alcune parti viene definito centrocampista offensivo – su Transfermarkt gli viene assegnato come ruolo principale quello di ala sinistra) ben diverse. A differenza di Alvaro, che faceva magie con il piede mancino, lui è destro (ma quello lo ha scelto Madre Natura) e ricopre il ruolo di centrocampista.

Jeremia Recoba, la carriera (ad oggi) del figlio del Chino

Dopo aver mosso i primi passi nelle giovanili del Danubio, ha iniziato nel 2017 con la squadra Under-14, giocando 30 partite e segnando 4 gol. Nel 2018, pur con un minutaggio ridotto, ha disputato 16 partite realizzando 5 reti. Nel 2019, con l’Under-16, è tornato a brillare con 27 presenze e 7 gol.

La pandemia di COVID-19 ha limitato le competizioni nel 2020, ma Jeremia è comunque riuscito a lasciare il segno: in 13 partite con l’Under-17 ha segnato 7 volte e ha debuttato anche in Terza Divisione con due apparizioni. Nel 2021 ha vissuto un periodo di transizione, lasciando il Danubio e allenandosi con la Terza Divisione del Nacional in attesa della risoluzione delle questioni burocratiche. Finalmente, nel 2022, è stato ufficialmente tesserato dal club, proprio mentre suo padre assumeva la guida tecnica della squadra (ruolo che ha ricoperto fino al 2024). In quella stagione, ha collezionato 20 presenze e 3 gol, contribuendo alla vittoria del Torneo Apertura, del Clausura e del Campionato Uruguaiano di categoria.

Nel 2023 ha conquistato la titolarità nella Terza Divisione, ottenendo il primo contratto da professionista il 6 settembre, con scadenza a dicembre 2024. Ha iniziato ad allenarsi con la prima squadra, pur continuando a giocare nella sua categoria. Il 20 ottobre, con la promozione del Chino alla guida del Nacional, è stato aggregato stabilmente al gruppo principale (sebbene così suoni un po’ come un raccomandato) e il 29 ottobre ha debuttato tra i professionisti in Copa Uruguay, entrando al 75′ nella vittoria per 4-0 contro Potencia.

A fine anno è tornato protagonista con la Terza Divisione, segnando 12 gol in 23 partite e contribuendo alla vittoria del titolo con un gol memorabile contro Peñarol: partito dalla propria area, ha dribblato avversari e portiere prima di segnare la rete decisiva nel 2-4 finale.

Nel 2024 ha svolto la preparazione interamente con la prima squadra e segnato il suo primo gol nel Gran Parque Central in un’amichevole contro l’Unione Santa Fe. Durante la stagione ha collezionato 45 presenze, con 9 reti e 6 assist, contribuendo al trionfo nel Torneo Intermedio.

Il 26 gennaio 2025 è stato titolare nella Supercoppa Uruguaiana contro Peñarol, segnando un gol spettacolare con un controllo di petto e girata al volo per il 2-1 finale. Al fischio finale, ha dedicato la vittoria e la sua rete al padre, il mitico “Chino” Recoba.

Jeremia Recoba, perché si chiama così?

Ma oltre alla sua carriera, ciò che continua a suscitare curiosità è la storia dietro il suo nome (cui abbiamo accennato nel titolo e all’inizio del post). Bisogna tornare indietro di due decenni – all’inizio del millennio o giù di lì – per scoprire cosa sia successo. In un’intervista rilasciata a Carve Deportiva, Jeremia ha raccontato l’aneddoto che lo accompagna fin dalla nascita:

“Sembra una barzelletta, ma mio padre si è dimenticato di aggiungere la ‘s’ al mio nome. Quando lo racconto, nessuno ci crede, è assurdo!”

Sua madre, che all’epoca era ancora ricoverata dopo il parto, non ha potuto intervenire al momento della registrazione. Così, Jeremia è rimasto tale.

“Mia madre me lo ripete sempre: ‘Sai che tuo padre si è dimenticato?’. A me comunque piace, è diverso. Mi chiamano ‘Jere’, e se proprio vogliono, mi dicono ‘Jeremías’.”

Un errore burocratico che si è trasformato in un tratto distintivo.