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Chi è la moglie di Mario Sconcerti? Chi è la figlia Martina Sconcerti?

Sono stati due giorni funesti per il mondo del calcio.

Ieri è morto l’ex allenatore del Bologna (per citare l’ultimo incarico) Sinisa Mihajlovic, malato da tempo, mentre quest’oggi è morto il giornalista sportivo (ed ex dirigente della Fiorentina) Mario Soncerti, 74 anni.

Nel caso di Mario Sconcerti, la notizia è giunta a sorpresa perché – sebbene si trovasse in Ospedale a Roma per dei controlli di routine – non si avevano notizie di condizioni di salute precarie.

Chi è la moglie di Mario Soncerti?

In queta sede, vogliamo parlare della vita privata del giornalista toscano.

Una vita privata che Sconcerti (nonostante fosse un personaggio pubblico a tutti gli effetti, con molteplici ospitate televisive) ha sempre tenuto lontano dai riflettori.

E se abbiamo notizie della sua famiglia d’origine (il padre era un noto procuratore di pugilato) sappiamo poco della famiglia di Sconcerti.

Facendo un giro online, è possible scoprire che è stato sposato due volte: il primo matrimonio è finito verso la fine degli anni Settanta, quando lavorava al Corriere dello Sport (giornale di cui in seguito sarà direttore).

Nel contesto del giornale sportivo capitolino Sconcerti ha quindi conosciuto la sua seconda consorte con la quale è stata assieme per oltre 40 anni.

Non è possibile reperire notizie circa l’identità della moglie mentre è emersa l’identità della figlia (non sappiamo sia l’unica, in realtà) Martina Sconcerti.

La donna è parecchio attiva su Instagram, dove promuove la sua attività di Career Coach.

In occasione della morte del padre, ha scritto un messaggio molto tenero attraverso le stories:

“Ci eravamo sentiti due ore prima e mi hai detto di stare bene. Te ne sei andato con un colpo di scena, come volevi tu”.

“Mi avevi detto che ti avrebbero dimesso lunedì, ero serena , ce l’avevo fatta, avevi vinto tu. E invece, colpo di scena. Ti organizzerò un funerale laico e festoso, come avresti voluto. Con tanta gente, buon vino e buon cibo. Certo che potevi restare un altro po’, avevi appena capito che lavoro facevo. Avevamo ancora parecchie cose su cui scaldarci. Perché sì, discutevamo tanto, mi facevi arrabbiare. Ma per fortuna sei andato via che ci eravamo appena detti ti voglio bene”.