Il mondo del calcio è sconvolto dalla morte di Akeem Omolade Oluwuashegun.
Una morte che sconvolge il mondo del calcio e che sconvolge Palermo, in festa per il ritorno dei rosanero in serie A.
L’attaccante nigeriano è infatti stato trovato senza vita nella mattinata di ieri in una Peugeot in via Martoglio, a Ballarò, quartiere palermitano.
39 anni, nell’ultima stagione ha giocato con la maglia dell’Altofonte nella prima categoria siciliana.
Ma era da anni ormai che Omolade era un siciliano d’adozione: dopo aver vestito le maglie di Treviso, Torino, Novara, Biellese e Reggiana, s’era mosso verso sud a partire dalla stagione 2006: dapprima la maglia del Gela, quindi Barletta e Vibonese, quindi ancora Sicilia con le maglie di Mazar,a Ribera, Borgata Terrenove e – per l’appunto – Altofonte.
Il calciatore aveva ottenuto due volte la ribalta per motivi non strettamente calcistici: dapprima per essere stato vittima di un boicottaggio razzista da parte dei tifosi del Treviso (che abbandonarono lo stadio nel 2001 come segno di protesta contro la sua discesa in campo. Nella giornata successiva tutti i giocatori fecero il proprio ingresso in campo con il volto di pinto di nero, in un blackface per una volta di stampo non razzista), quindi nell’ottobre 2012 per essere stato coinvolto in una maxi-rissa durante una cena nuziale nigeriana (fu poi assolto nel gennaio 2013 perché il fatto non sussisteva).
Ieri, 13 giugno 2022, la morte.
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport
“Negli ultimi era andato più volte in ospedale per dolori a una gamba, senza risolvere il problema. Proprio in mattinata avrebbe dovuto fare un esame al Policlinico, ma non riusciva a camminare. Un amico è passato a prenderlo con la sua macchina, la Peugeot, per accompagnarlo, ma appena Omolade è salito sull’auto s’è sentito male. Quando sono arrivati i soccorsi, non c’era più nulla da fare”.
Omolade – che oltre al calciatore faceva il traduttore in tribunale – lascia una figlia piccola.