Per anni è stato il calciatore più promettente ed estroso del primo Milan post epoca Berlusconi, dopo essere stato ceduto com’è proseguita la sua carriera?
Cresciuto nelle giovanili del Cadice, Suso era uno dei calciatori spagnoli più promettenti della sua generazione, e sin da ragazzino si pensava potesse divenire un crack del calcio ispanico. A 16 anni si è messo in mostra sia nelle giovanili della squadra spagnola che con la nazionale di categoria, giocando un europeo under 17 da assoluto protagonista. Le prestazioni con le “Furie Rosse” hanno convinto il Liverpool ad acquistarlo e farlo maturare nella sua Accademy.
In Inghilterra ha esordito a 19 anni, la stagione successiva al trionfale Europeo Under-19 della Spagna in Estonia, in cui ancora una volta Suso si è segnalato come uno dei giocatori più forti del torneo. Con la prima squadra dei Reds, però, Suso non è mai riuscito ad andare a segno o ad essere decisivo e per questo motivo nella stagione 2013-2014 è stato ceduto in prestito al Almeria. Con la squadra andalusa l’esterno destro offensivo ha confermato le sue qualità tecniche e la straordinaria capacità nel dribbling, giocando quasi sempre titolare e mettendo a segno 3 reti in 33 presenze.
L’estate successiva è tornato a Liverpool, ma ci è rimasto poco poiché il Milan ne ha acquistato il cartellino nel gennaio del 2015. A Milano è rimasto per la seconda parte della stagione 2014-2015 e per la prima di quella 2015-2016, trovando spazio solamente sei volte e per pochi minuti. Il Milan però credeva nel suo talento e lo ha ceduto in prestito al Genoa. Proprio in Liguria Suso ha dimostrato di poter essere un fattore nella Serie A, contribuento con 6 reti in 19 partite alla salvezza del Grifone.
L’esplosione al Milan e la caduta a Siviglia
Nella stagione 2016-2017 è tornato al Milan e ne è divenuto un titolare fisso. L’esterno spagnolo era il giocatore di maggior talento di quella formazione, ma si trovava in un contesto societario complicato, con una squadra che nel giro di due anni ha cambiato due volte proprietario e che non aveva un progetto calcistico definito. Nei successivi due anni la rosa è stata rivoluzionata per due volte, con l’arrivo di giocatori non sempre funzionali al miglioramento della rosa.
Nella stagione 2019-2020, con Elliot al secondo anno di gestione, Suso rompe con la società e anche le sue prestazioni calano. La dirigenza preferisce dunque cederlo a gennaio al Siviglia con un prestito di 18 mesi e un obbligo di riscatto in caso del verificarsi di determinate condizioni. Proprio quel momento funge da spartiacque per la carriera di Suso e per i destini del Milan.
Il campionato si blocca a causa del Covid, quando i rossoneri tornano in campo sono finalmente un gruppo e risultano la squadra con il maggior numero di punti da quando si è tornati in campo. Pioli ha amalgamato la rosa, facendo rendere al meglio Kessie, Calhanoglu e il sostituto di Suso, Rebic. L’esterno spagnolo a Siviglia è quasi sempre titolare ma in 17 partite segna una sola rete. L’anno successivo non è migliore, Suso gioca titolare e scende in campo in 34 delle 38 partite del campionato, mettendo a segno solo 3 reti.
Quest’anno Suso è diventato un rincalzo della squadra andalusa ed è entrato in campo solo 8 volte in campionato e 4 in Copa del Re, quasi sempre subentrando dalla panchina. In queste occasioni non è mai riuscito ad essere decisivo. Le prestazioni deludenti dell’attaccante gli hanno fatto perdere il posto in Nazionale e probabilmente comporteranno una cessione ad un club di più basso profilo.