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La tragedia di Superga e il Torino Simbolo: la storia della squadra per celebrare il Grande Torino

Grande Torino

Anche quest’oggi, come ogni anno, i giocatori del Torino e i tifosi granata si recheranno a Superga per l’anniversario della sciagura che annientò quella che per tutti, all’epoca, era la squadra più forte del mondo: il Grande Torino, vincitore di cinque scudetti consecutivi ed entrato per sempre nella leggenda sportiva, non solo italiana.

Dopo l’evento in streaming degli ultimi due anni a causa della pandemia di Covid-19, finalmente il popolo granata può tornare alle celebrazioni dal vivo. Un ritorno alla normalità che si unisce anche alla gioia per aver ritrovato un Toro finalmente combattivo, grazie all’importante lavoro di mister Juric.

Certamente il modo migliore per ricordare i 73 anni da quel tragico 4 maggio, quando l’aereo del Grande Torino, di ritorno da Lisbona, si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della Basilica di Superga. Lo squadrone granata era di ritorno dal Portogallo, dove aveva disputato una partita amichevole contro il Benfica: il match era stato organizzato per aiutare il capitano della squadra lusitana, Francisco Ferreira, in difficoltà economiche.

Le vittime della tragedia furono in tutto 31: nessun passeggero dell’aereo riuscì a sopravvivere allo schianto. Quel 4 maggio si portò via l’intera squadra del Torino, che costituiva la quasi totalità della Nazionale italiana (dieci su undici): tra loro Valerio Bacigalupo, Valentino Mazzola, Ezio Loik, Romeo Menti, Mario Rigamonti, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto e molti altri.

Nell’incidente morirono anche tre dirigenti, gli allenatori Erbstein, Lievesley e Cortina, i giornalisti Casalbore, Tosatti e Cavallero, oltre a 4 membri dell’equipaggio.

I funerali delle vittime si svolsero il 6 maggio presso il Duomo di Torino, con un’impressionante partecipazione popolare: alle esequie furono infatti presenti circa 600.000 persone, riversatesi per le strade di Torino per salutare quei giocatori “vinti solo dal fato”.

Il Torino concluse il campionato (mancavano ancora 4 partite) con la formazione giovanile, e lo stesso fecero i rispettivi avversari: i granata vinsero così il loro quinto scudetto consecutivo. Ventidue giorni dopo quell’immane tragedia, il 26 maggio, accadde qualcosa di meraviglioso e magico.

La formazione argentina del River Plate, che annoverava nelle sue fila campioni come Di Stefano, Lostau e Labruna, giocò un’amichevole al Comunale di Torino, sfidando una selezione dei migliori giocatori della Serie A per commemorare il Grande Torino. Il team prese il nome di Torino Simbolo e l’incasso fu devoluto alle famiglie delle vittime dello schianto di Superga.

L’amichevole terminò 2-2 e sancì un legame tra Torino e River Plate che dura ancora oggi.