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Zlatan Ibrahimovic si ritira? Macché, le parole del fuoriclasse dicono tutt’altro

Dopo aver superato la semifinale contro la Repubblica Ceca ai supplementari, la Svezia si avvicina alla finale degli spareggi per accedere al mondiale del Qatar: giocherà contro la Polonia (che ha passato il turno a causa del “ritiro” della Russia).

In panchina, se non in campo, ci sarà Zlatan Ibrahimovic, costretto a saltare la gara contro la Cechia per somma d’ammonizioni.

A 40 anni compiuti già da un po’, Ibra darà una mano ai suoi a conquistare l’accesso alla fase finale del Mondiale che non vedrà l’Italia tra le partecipanti e pensa frattanto al futuro.

Sarà ancora un giocatore del Milan?

Per rispondere a questo quesito dovremo aspettare qualche mese (la fine della corsa scudetto che vede i rossoneri adesso davanti a tutti?) ma intanto il campione svedese ha parlato del suo futuro ai microfoni della Uefa:

“Deve ancora essere scritto, non faccio programmi e vediamo cosa succede. Non ritirarmi e poi dire che avrei potuto continuare, perché me ne pentirei per il resto della vita. Voglio giocare il più a lungo possibile. La realtà è che giocherò finché non vedrò qualcuno più bravo di me, quindi gioco ancora. So che un giorno mi fermerò e che non avrò più quell’adrenalina. È un problema per ogni giocatore, perché giochi a calcio per avere adrenalina e non puoi fare nient’altro perché siamo programmati così. Ogni giorno facciamo la stessa cosa. Ci svegliamo, ci prepariamo, ci alleniamo, mangiamo e ci riposiamo. Il giorno dopo è uguale. Fai queste cose per 20 anni e in cambio ricevi adrenalina. Quando improvvisamente ti fermi viene a mancare tutto, allora devi ricominciare da zero e iniziare qualcosa di nuovo”.

Ciò che è certo è che l’esperienza rossonera bis rimarrà nel suo cuore:

“Gioco con molta emozione al Milan perché è un club che mi ha dato la felicità, mi ha dato tanto e penso di aver trascorso più anni qui che in tutti i club che ho rappresentato. È stato bello tornare in UEFA Champions League. Dopo aver sfiorato la qualificazione per un paio d’anni, tutti erano molto contenti di tornare”.