Classe ’73, Igor Simutenkov è stato una meteora del calcio italiano.
Ma ha scritto importanti pezzi di storia del calcio reggiano: acquistato dalla Reggiana nel 1994 (dalla Dinamo Mosca – con cui aveva ottenuto il titolo di miglior giocatore di Russia), disputò quattro stagioni con gli emiliani, realizzando 20 reti in 97 gare tra serie A (di seguito vi proponiamo una sua doppietta che mostra le sua qualità: una punizione dalla distanza e un gol con portiere scartato) e serie B.
Per lui due retrocessioni, una promozione e un’anata anonima in serie B – prima del passaggio ad un’altra emiliana, il Bologna.
Con i felsinei un’altra annata in serie A (tutto sommato non indimenticabile) in cui si rende protagonista di un momento cardine della stagione dei rossoblu, come ci racconta Wikipedia:
“si ricorda la sua ultima presenza con il club felsineo, quando ottenne un discusso rigore a 3′ dalla fine della partita interna contro la Sampdoria: la realizzazione da parte del compagno di squadra Klas Ingesson decretò la vittoria dei rossoblù e la retrocessione dei blucerchiati in Serie B dopo 17 anni di militanza in massima serie”.
Vediamo assieme quel momento:
Salvato il Bologna, lascerà l’Italia per disputare tre stagioni alle canarie (con la casacca del Tenerife) prima di diventare il primo calciatore russo nella storia a giocare nella MLS statunitense: tre stagioni con la casacca dei Kansas City Wizards prima del ritorno in patria, nel 2005.
Un ritorno in patria sfortunato: dopo sole tre presenze con il Rubin Kazan decide di ritarsi, anche a causa dei continui infortuni.
Per lui, in seguito, una breve parentesi nella prima squadra della Dinamo Voronež, formazione della terza divisione russa, prima del ritiro definitivo.
Cosa fa oggi Igor Simutenkov?
Dopo il ritiro il brevilineo (172 centimetri) attaccante russo si è dato alla carriera da allenatore e dopo aver guidato tre under della selezione russa è entrato a far parte dello staff dello Zenit San Pietroburgo (di cui ha guidato la formazione riserve tra il 2015 e il 2017).
Proprio nella formazione riserve milita il figlio Vadim, classe 2001.
A differenza del padre gioca a centrocampo ma al momento non sembra destinato ad una carriera ad alto livello come il genitore.