Ben prima di Romelu Lukaku, ormai idolo dei tifosi nerazzurri, giunse a vestire la casacca dell’Inter un giocatore di cui si diceva un gran bene.
Parliamo di Vincenzino Scifo, nato a La Louviere il 19 febbraio 1966 ma di chiare origini italiane.
La famiglia era emigrata nel 1952 dall’agrigentino per lavorare nelle miniere del Belgio, come accaduto a migliaia di altri connazionali (tant’è che la comunità italiana in Belgio è parecchio consistente).
E lui, Vincenzino, tornò in Italia nella stagione 1987/88 – per vestire la casacca dell’Inter.
Un importante investimento per i suoi tempi (7,5 miliardi di lire) per quello che – a detta di Michel Platini – era il suo unico vero “erede” per caratteristiche tecniche.
Un erede ben meno fortunato di Le Roi: durante l’esperienza nerazzurra realizza 5 reti in 10 gare in tutte le competizioni, prima di essere ceduto in Francia.
Tornerà in seguito per vestire la maglia del Torino (20 gol in 88 presenze per lui, oltre ad una finale di Coppa Uefa e una Coppa Italia) per poi finire la carriera in Belgio, al Charleroi, dopo quattro stagioni al Monaco (con cui vince uno scudetto) e tre all’Anderlecht (anche in questo caso, uno scudetto – l’ultimo dopo i tre di metà anni ’80).
Scifo dà l’idea di non aver mai dimostrato quello che avrebbe potuto: basti pensare che vinse nel 1986 il titolo di miglior giovane dei Mondiali.
Ma, d’altra parte, gli exploit nelle competizioni iridate spesso portano sfortuna – ed in tal senso si potrebbero citare svariati altri giocatori messisi in mostra dinnanzi al mondo intero per poi, sostanzialmente, sparire.
Cosa fa oggi Vincenzo Scifo?
Vincenzino Scifo è attualmente allenatore.
E’ tornato in panchina dopo uno stop di 5 anni: dopo aver guidato nel 2015/16 il Belgio Under 21 è tornato ad allenare il Royal Excel Mouscron, già allenato in precedenza in massima serie tra il 2007 e il 2009.
Adesso la compagine è in seconda divisione e l’obiettivo di Vincenzino sarà di riportare la compagine di Mouscron tra i grandi (del calcio belga).