Intervistato dal Corriere, Don Fabio ha spiegato perché le italiane sono fuori dalle competizioni europee e perché ritiene che l’Inter abbia già vinto il campionato.
Sin da quando era calciatore, Fabio Capello non ha mai conosciuto mezze misure: quando riteneva di dover dire qualcosa non gli interessava se la sua frase avrebbe fatto infuriare qualcuno o gli avrebbe attirato l’antipatia di molti. Lo stesso atteggiamento l’ha mantenuto quando ha cominciato ad allenare, sia all’interno dello spogliatoio sia con i media. A settantaquattro anni il suo modo di pensare e di comportarsi non è variato, ad eccezione di un’espressione molto più serena e distesa rispetto a quella che aveva quando era in campo.
Il Corriere gli chiede come mai secondo lui le italiane (ad eccezione della Roma) siano uscite dalle competizioni europee con così largo anticipo e Capello senza pensarci un attimo risponde: “Siamo fuori dalle coppe per mancanza di qualità e semplicità”. Zazzaroni gli chiede allora cosa intende con semplicità e questo risponde: “Il calcio è come la vita. Ai miei giocatori ripetevo spesso: chi è il più grande calciatore di sempre? Pelé. Bene, quando era a centrocampo Pelé giocava sempre a un tocco, ma non appena entrava nell’area avversaria i tocchi diventavano due, tre, un dribbling, due e gol. La semplicità è la base di tutto”.
Capello ha un’idea ben precisa anche su come andrà a finire questo campionato di Serie A: “Conte, che ha saputo fare marcia indietro, è tornato a un calcio più efficace, razionale, più suo, e si è ricreduto su alcuni giocatori. È segno di intelligenza. E si è preso lo scudetto”, dice il tecnico elogiando la scelta su Eriksen ed in generale sul cambio di modo di impostare la partite. Fabio non crede ne possibile ritorno della Juventus e spiega anche che il campionato si è deciso in un momento preciso: “Lo scudetto, Conte l’ha vinto il giorno in cui il Milan ha perso a Spezia”.