Per i meno giovani che ci leggono, Miroslav Klose ha fatto la storia del calcio negli anni ’00 ed ha fatto la storia dei mondiali di calcio, diventando miglior marcatore nella storia della competizione iridata con 16 reti in quattro edizioni (vincendo il titolo di capocannoniere nel 2006).
Negli anni ’10 per lui una parentesi importante nella Lazio, con 63 reti in 171 gare.
Alla guida di quella Lazio, dapprima Reja, quindi Petkovic e per finire Pioli (per un anno e mezzo, prima di essere sostituito da Simone Inzaghi).
E proprio da Pioli al Milan andrà Klose, adesso che studia per diventare allenatore.
“Ho bisogno di un periodo di praticantato all’estero per chiudere il mio percorso di studi. Così ho pensato di chiedere a Pioli. Avrei già dovuto svolgere il praticantato a Milano, ma a causa della pandemia non è stato possibile. Recupereremo presto, appena si potrà”: ha raccontato Klose alla Gazzetta dello Sport.
Ed ha quindi proseguito, parlando del tecnico rossonero e della voce che era circolata per lungo tempo che quest’anno la panchina sarebbe dovuta essere affidata a Ragnick (quanto sembrano lontani quei tempi…): “Non so se fra il Milan e Rangnick ci sia effettivamente stato qualcosa. Io posso dire che Pioli è molto bravo: è onesto, è umano, è completo. Migliora i giocatori. Ha semplicemente bisogno di tempo. Deve conoscere i giocatori e loro devono conoscere lui. Che cosa pretende l’allenatore in allenamento? Che cosa i giocatori? Serve tempo. Se il Milan darà a Pioli la possibilità di lavorare a lungo, allora sarà vincente. La squadra può anche vincere lo scudetto“.
Una battuta, infine, su come vede il calcio oggi: “Da giocatore ne avevo una molto offensiva. Mi piaceva fare pressing alto. La mia filosofia di gioco, ora, va in quella direzione. Voglio avere spesso la palla e voglio averla a lungo. In questo modo si può essere dominanti. Posso valutare e decidere quando accelerare il gioco e quando rallentarlo. Con il possesso palla posso anche sviluppare un certo dinamismo. In realtà il dinamismo si può sviluppare anche quando la palla ce l’hanno gli avversari. Più velocemente riesco a organizzarmi, più in fretta attacco gli avversari, prima riesco a riprendere la palla. La mia filosofia si può riassumere in poche parole: dominare il gioco ed essere dinamici”.