Phil Foden è il talento cresciuto nell’Accademy del Manchester City che in questa stagione è definitivamente sbocciato e accende con le sue giocate la manovra della squadra di Guardiola.

Chi segue il calcio conosce già Phil Foden ed il suo talento. Il ragazzo inglese è da anni tra i professionisti e questa è la sua terza stagione nella prima rosa del club britannico, la prima in cui gioca da titolare inamovibile. Sin dal debutto, avvenuto il 21 novembre del 2017 (ancora minorenne), Phil si è segnalato per una visione di gioco ed un tocco di palla fuori dal comune. Guardiola lo ha coccolato e lo ha fatto crescere, centellinando le sue presenze e inserendolo gradualmente tra i titolari. Già verso la fine della stagione scorsa Foden era diventato una pedina fondamentale per lo scacchiere tattico di Guardiola e quest’anno il 20 enne di Stockport si è preso definitivamente la scena.

L’approdo di Foden a Manchester è avvenuto nel 2008, quando gli osservatori lo hanno prelevato dalla squadra giovanile della sua città natale per farlo diventare il perno della under 9 dei Citizen. Da quel momento in poi il ragazzo ha bruciato le tappe, diventando a soli 16 anni un calciatore dell’Accademy (la primavera) del City. Pochi mesi più tardi lo ha notato Guardiola che lo ha portato tra i convocati di una partita valida per la Champions League. Il debutto tra i professionisti avverrà solo un anno più tardi e la prima rete giungerà nei primi mesi del 2018 in una partita di FA Cup.

In questo 2020/2021, Foden ha giocato 44 partite (25 in Premier, 10 in Champions e 9 tra le varie coppe nazionali), mettendo a segno 16 reti e fornendo 9 assist. In questa stagione si è anche conquistato un posto nella Nazionale dei Tre Leoni che giocherà i prossimi europei. La prima convocazione è giunta il 5 settembre, ma quella prima esperienza finisce male poiché viene escluso dal ritiro per un festino insieme al compagno Mason Greenwood. Il 18 novembre tornerà in nazionale e farà capire a tutti che il futuro è suo: in quella occasione mette a segno una doppietta contro l’Islanda.

Di scapa

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